La meccanica: “abbiamo finito di cadere”

E' il settore che ha sofferto per primo e di più della crisi, ma è anche quello dove ci sono i primi timidi segni di ripresa

Il settore metalmeccanico è quello che ha pagato il prezzo più alto di questa crisi, sia in termini occupazionali che di volumi": non nasconde la realtà il presidente di Federmeccanica, Luigi Ceccardi, intervenuto a Varese alla assemblea dei gruppi meccanica e siderurgia. 
Il suo è un settore che ha pagato pesantemente il prezzo di una crisi che si è abbattuta sul mondo produttivo troppo velocemente, e vedrà più tardi degli altri la fine del tunnel, per la stessa struttura dei prodotti che questo settore realizza: beni di investimento o comunque durevoli, gli ultimi a cui si pensa quando si deve campare giorno per giorno.
"Ora però credo che sia finita la discesa: la situazione si sta stabilizzando, anche se ciò non significa una ripresa certa – ha continuato Ceccardi – A dire il vero qualche sintomo qualcuno lo avverte. Ma di dichiarare che c’è una inversione di tendenza, io francamente non me la sento”.

Le perdite del settore sono state quantificate da Roberto Santarelli, Direttore di Federmeccanica: “Sui livelli pre crisi abbiamo perso un quarto della produzione”. Una perdita che però non è corrispondente a dei sacrifici in termini di occupazione “E’ da rilevare il dato relativo alla tenuta dei livelli occupazionali, dimostrato dal forte ricorso alla cassa integrazione ordinaria da parte delle imprese metalmeccaniche: che così, scartando le soluzioni più drastiche come la mobilità o la cassa straordinaria, hanno dimostrato di credere nel futuro e nella ripresa. Puntando sulla vera ricchezza delle aziende: le risorse umane”.

Stando ai dati sulla cassa integrazione guadagni ordinaria, nel 2008 ha registrato un incremento di ore autorizzate di circa 200 punti percentuali nel settore meccanico e di poco più di 150 nel metallurgico e fonderie rispetto ai livelli del 2007. E la domanda resta elevatissima nel primo trimestre 2009, con quantità “sei volte superiori a quelli del primo trimestre 2008”. come emerso dalla relazione congiunta dei due Presidenti di Gruppo. Giancarlo Besana, Presidente del Gruppo merceologico “Meccaniche” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, e Daniele Balzarini presidente del Gruppo “Siderurgiche, Metallurgiche e Fonderie”.

Si tratta di aumenti consistenti, rispetto ad un anno fa. Ma il fenomeno della cassa integrazione, pur sempre più diffuso, colpisce ancora una parte minoritaria delle imprese del territorio.
Sul punto Besana e Balzarini hanno voluto essere chiari, anche per dare un giusto peso ai numeri che sempre più spesso vengono diffusi sulla crisi che colpisce produzioni e mercato del lavoro.

Le imprese associate all’Unione Industriali interessate da Cassa Integrazione sono il 30%” Hanno segnalato. Come dire: “Il 70% delle imprese, cioè una larga maggioranza non ne ha fatto ricorso, dunque la gran parte sta lavorando, se non a pieno regime, neppure a ranghi ridotti”. Non solo. “l’uso della cassa integrazione ordinaria testimonia molto delle intenzioni, della voglia di continuare degli imprenditori e della fiducia che nutrono nel futuro. La cassa integrazione ordinaria è uno strumento tipico di chi cerca di salvaguardare la forza lavoro, sennò ricorrerebbe alla cassa integrazione straordinaria e alla mobilità, preludio però alla perdita del patrimonio dell’azienda”.

Per vedere come andrà a finire “Saranno fondamentali i prossimi 3 o 4 mesi – ha spiegato Daniele Balzarini – un rimbalzo all’insù come quello che si registra in questi giorni, con una crisi così violenta, è fisiologico. Adesso bisogna aspettare e vedere cosa succederà".

In compenso i dati associativi, quellì si, danno segnali positivi: “E’ di conforto sapere che la consistenza dei nostri due Gruppi non si sia sostanzialmente modificata: risultano associate al settore meccanico 466 imprese con 28.252 addetti e 29 metallurgiche, siderurgiche e fonderie per 1.191 addetti”. Hanno segnalato i due presidenti "Con un peso percentuale sul resto delle attività produttive che è andato crescendo negli ultimi anni". Anche forse grazie alle prestazioni messe a segno sui mercati internazionali: il settore metalmeccanico varesino ha aumentato il proprio export del 4,9% contro un aumento medio provinciale dello 0,5%. Questo grazie al traino di comparti come quello aeronautico che ha aumentato il valore delle esportazioni del 39,2%. Bene anche l’industria delle macchine e degli apparecchi per la produzione, che ha registrato una crescita del 20,3%, così come le macchine utensili: +17,6%. A calare nelle vendite oltre confine sono stati, invece, gli apparecchi per uso domestico (-6%).

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Pubblicato il 20 Aprile 2009
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