Sciopero all’Agusta, sei magazzinieri chiedono più sicurezza
Si tratta di dipendenti della Cooperativa Auto Mot Service. Chiedono più garanzie e un contratto
Sciopero a oltranza. È questa la decisione presa da alcuni lavoratori della Cooperativa Auto Mot Service che da cinque anni lavorano in Agusta Westland. I sei operai sono magazzinieri nello stabilimento di Vergiate e si occupano delle preparazione di kit per Agusta e per altre ditte esterne. Il loro lavoro consiste nella gestione di un macchinario complesso (trasloelevatore) che dovrebbero controllare soltanto via computer. «Invece per tutti questi anni ci hanno detto che dovevamo provvedere anche alla risoluzione di problemi ordinari e quindi intervenire su piccoli guasti che si potevano presentare. Ora abbiamo scoperto che non è nostra competenza, ma di Agusta perché il macchinario è di sua proprietà. Per tutto questo tempo abbiamo messo a repentaglio la nostra sicurezza». A parlare sono i sei lavoratori che da lunedì 8 giugno sono in presidio davanti ai cancelli dello stabilimento di Vergiate: si tratta di Luca Papasergio, Marco Da Cengio, Massimo Palazzo, Antonio De Mare, Alberto Vanetti e Alessio Lentini. Dopo aver comunicato venerdì sera alla cooperativa che erano intenzionati a indire uno sciopero, da ormai quattro giorni non cedono. Con loro c’è il sindacato Cub (Confederazione unitaria di base) che offre supporto legale e sindacale. «Quello che chiediamo alla cooperativa di cui siamo soci lavoratori – spiegano i sei magazzinieri – è di garantire la nostra sicurezza sul lavoro e regolarizzare i contratti. Da quando a gennaio 2009 la Auto Mot Service è subentrata alla precedente cooperativa, non abbiamo più un contratto perché ci hanno presentato una proposta che per noi era irricevibile. Siamo inquadrati a un livello, il quinto, che è inferiore rispetto a quello che ci spetterebbe e quindi anche lo stipendio non è adeguato. Inoltre siamo costretti a fare straordinari che non sempre ci vengono pagati». Ma a preoccuparli maggiormente è la sicurezza. «Si tratta di un macchinario posizionato su un binario che si muove in avanti e indietro. A volte dovevamo anche arrampicarci sopra come “spiderman”. Intervenire senza l’adeguata formazione presenta un livello di rischio molto elevato». Per questi motivi, oltre a cercare una mediazione con la cooperativa, i sei lavoratori hanno presentato un esposto alla magistratura sulla sicurezza. «Noi li stiamo supportando su questo tipo di attività legali – spiega Marcello Siviero di Cub -, ma loro si sono dimostrati da subito pieni di iniziative e decisi a proseguire nel presidio. Sono giovani ed è interessante osservare cosa propongono e confrontarci con loro. È evidente comunque che il sistema delle cooperative e dei subappalti si sta allargando sempre di più con forti rischi per la sicurezza».
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