La privacy ai tempi di Facebook
Mauro Paissan, componente del Garante Privacy parla della necessità di un uso consapevole delle nuove tecnologie
«La privacy non è la fissazione di qualche specialista della materia ma è la nostra vita». A parlare è Mauro Paissan componente del Garante Privacy e ospite questa mattina a Radio Missione Francescana. «Giorno per giorno – afferma Paissan – veniamo schedati come consumatori, ogni volta che usiamo le fidelity card al supermercato. Usando internet, possiamo diffondere molto rapidamente foto, video e notizie su di noi ma anche su di altri non accorgendoci che potremmo ledere la loro dignità. La diffusione di Facebook e altri social network pongono ancora di più il bisogno di qualche riflessione su quanto sia garantita la nostra privacy».
Le nuove tecnologie non vanno demonizzate. Ma tutti questi strumenti hanno sia degli effetti positivi sia alcuni che potremmo definire “collaterali”, dice Paissan.
«Se noi, in famiglia e anche a scuola, non presentiamo ai giovani, tutti e due questi aspetti, cioè la positività delle nuove tecnologie e dall’altra, gli effetti collaterali, diamo un messaggio distorto ai giovani. I giovani non possono mettere, ad esempio, certi filmati su Youtube su sé stessi, sperando che qualche giorno vengano dimenticati. No, rimangono lì. Ancora peggio quando li immetto con immagini di altri, senza chiederne il loro consenso, con conseguenze anche giudiziarie. Usiamo di più la testa. Lo dico in particolare ai giovani che, di questi rischi, non sono particolarmente consapevoli». Paissan, che dal 2001 si occupa di privacy ed è membro del Garante per la Privacy a Roma, auspica che a scuola e nelle famiglie, si diffonda un’educazione dei giovani al “buon senso tecnologico”.
Su questa scia, troviamo l’iniziativa del Movimento di Difesa del Cittadino (MdC) che ha sottoposto agli alunni del Liceo Scientifico Da Vinci e dell’IPC Giovanni Falcone di Gallarate un questionario per sondare l’approccio dei giovani alle nuove tecnologie. Questa iniziativa si inserisce all’interno di una campagna nazionale promossa dal dipartimento Junior dell’Associazione dei Consumatori. Come ha detto Maria Teresa Vaccaro, responsabile del Movimento di Difesa del Cittadino Varese , “è con fin troppa facilità che cellulari e social network inducono i ragazzi a trasgredire la legge sulla privacy o a commettere atti di bullismo”. In linea con quanto proposto questa mattina da Mauro Paissan, il proposito del MdC è di mappare le abitudini dei ragazzi italiani, con l’intento di mettere a punto iniziative e strumenti che educhino i ragazzi ad un utilizzo consapevole, sicuro e responsabile dei nuovi mezzi di comunicazione.
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