“Le telecamere non controllano le case private”

L’amministrazione comunale di Gallarate intende replicare ai dubbi e alle accuse di inefficienza rivolte, attraverso la stampa, al sistema di videosorveglianza da un residente del rione di Crenna

L’amministrazione comunale di Gallarate intende replicare ai dubbi e alle accuse di inefficienza rivolte, attraverso la stampa, al sistema di videosorveglianza da un residente del rione di Crenna in seguito a un furto nella sua abitazione e dalla sezione locale della Lega Nord. Motivo delle lamentele, la (supposta) mancata ripresa dei ladri da parte di una telecamera posizionata dal Comune nelle vicinanze della casa svaligiata. Si precisa, dunque, quanto segue.
 
1) Il sistema di videosorveglianza è destinato al controllo del sedime stradale e non degli ingressi e delle abitazioni. Queste ultime, anzi, nel rispetto delle normative che regolano la materia, devono essere schermate per garantire agli inquilini la tutela della privacy.
 
2) Sempre per precise disposizioni di legge, la presenza di una videocamera deve essere segnalata con apposita cartellonistica. Topi d’appartamento e simili, specie se esperti, possono dunque individuare l’obiettivo elettronico e provare a raggiungere la loro meta muovendosi in aree che rimangono coperte anche alle apparecchiature più sofisticate.
 
3) Nella specifica circostanza, è possibile che il sistema abbia effettivamente ripreso i ladri. Purtroppo, però, chi ha subito il furto, essendosi allontanato da casa per un periodo di vacanza, ha presumibilmente segnalato il reato a distanza di diversi giorni. Un ritardo potenzialmente decisivo, dato che il sistema cancella a intervalli regolari le registrazioni. Il periodo di conservazione (che non viene divulgato per evitare di fornire punti di riferimento a eventuali malintenzionati) è stato stabilito tenendo conto di due questioni fondamentali: necessità di possedere un archivio relativo a un certo numero di giorni e qualità delle immagini. Sempre per rispettare le norme sulla tutela della privacy, la cancellazione delle registrazioni è obbligatoria. Ovviamente tale procedura viene bloccata per quelle riprese che risultano utili a fini investigativi.
 
4) Il sistema istallato a Gallarate dall’amministrazione comunale è destinato a migliorare la sicurezza nei luoghi pubblici e non deve, quindi, essere considerato come un sostituto degli apparati che i privati cittadini possono acquistare e utilizzare a tutela dei propri beni.
 
5) La videosorveglianza è uno dei tanti strumenti investigativi a disposizione delle forze dell’ordine e risulta fondamentale, efficace o inutile a seconda delle circostanze. Non è e non può essere, dunque, una soluzione universalmente valida. Il sistema voluto dall’Amministrazione gallaratese, tecnologicamente avanzato, ha già dimostrato in diverse occasioni di poter essere un valido supporto alle attività di Polizia Locale, Polizia di Stato e Carabinieri, per esempio nella lotta al caporalato nei pressi della stazione ferroviaria e nel recentissimo caso della baby gang che ha malmenato, minacciato e derubato due ragazzi in pieno centro. L’apparato, inoltre, lungi dal risultare inaffidabile e mal concepito, si è guadagnato un importante stanziamento da parte del Ministero degli Interni per un ulteriore potenziamento.
 
6) Per quanto sopra riportato, risultano destituite di fondamento e credibilità le dichiarazioni di esponenti politici che preferiscono l’attacco pretestuoso a mezzo stampa alla ragionevolezza e alla verifica dei fatti.
 
Il Comune di Gallarate

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Pubblicato il 16 Dicembre 2009
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