Commissariato: otto stanzette e un bagno per settanta agenti

Il Siulp rilancia la sua annosa denuncia delle condizioni inadeguate della struttura, ospitata in un angolo di Palazzo Gilardoni

Il segretario provinciale del Siulp (sindacato italiano unitario lavoratori polizia) Paolo Macchi torna sulla questione degli spazi insufficienti a disposizione del Commissariato di Polizia di Busto Arsizio, "confinato" in un angolo di Palazzo Gilardoni non più consono alle esigenze e incombenze del servizio.

"Da rappresentante del maggiore sindacato di Polizia" scrive "mi sento in dovere di impegnare tutte le risorse di questa Segreteria Provinciale per giungere alla soluzione dell’annoso problema logistico del Commissariato di Busto Arsizio e per fare questo stiamo interessando, ognuno per i vari livelli di confronto, la Segreteria Regionale e Nazionale del SIULP così da fare in modo che nessun amministratore o politico locale o nazionale possa mai avanzare l’ipotesi di non essere stato messo a conoscenza della problematica". 

Poi vengono le dolenti note. "Mi sento inoltre in dovere di spiegare a tutti i cittadini di questa ricca città che il loro Commissariato non è assolutamente quell’intero storico edificio in via Duca d’Aosta (Palazzo Gilardoni ndr) ove è illuminata l’insegna POLIZIA bensì, agli uffici della Polizia di Stato è da sempre riservato unicamente un buio corridoio al piano terreno di quella struttura, con 7/8 uffici scarsamente illuminati, ove 70 operatori fanno la fila per servirsi dell’unico bagno esistente, ove i poliziotti della squadra volante devono alternarsi ad un vetusto computer in una stanza strettissima per redigere gli atti quotidiani e, qualora debbano procedere ad un arresto non disporrebbero nemmeno di una camera di sicurezza nella quale assicurare le persone fermate o pericolose.

Mi sento in dovere di illustrare che gli operatori dell’Ufficio Immigrazione sono costretti ad operare isolati, con i rischi che ne conseguono, in un ufficio distaccato dal resto e operante sulla laterale Via Candiani ove non esiste impianto di riscaldamento e nemmeno un bagno! E stiamo parlando di una città di quasi 90mila abitanti, tra le più industrializzate e produttive del Paese, la città più grande dell’Alto Milanese, la settima città più popolosa della Lombardia! E con tutti questi primati la città di Busto parrebbe detenere anche quello di ospitare il Commissariato di Polizia tra i più disastrati della Regione, così come dichiarato nella mattina odierna dal Segretario Generale del Siulp Lombardia Vincenzo Italiano, dopo una visita alla struttura in questione".

Dopo la denuncia delle condizioni materiali del luogo di lavoro, ecco la difesa, tutt’altro che "d’ufficio" (e non sarebbe certo il caso, visto lo stato degli uffici medesimi…) del lavoro quotidiano dei colleghi in divisa. "Mi sento in dovere di sottolineare che il Commissariato Bustocco vanta eccellenze in campo investigativo ed operativo che da anni garantiscono un vivere sereno ai numerosi cittadini e questi uomini non stanno chiedendo un aumento stipendiale bensì SOLO un interessamento che porti a condizioni di lavoro più dignitose, agevoli e funzionali, nell’interesse primario della sicurezza dei cittadini.

E noi del SIULP questo interessamento lo chiediamo in primo luogo alla Prefettura di Varese e così pure ai tanti amministratori e politici locali che da anni dispensano promesse e mai soluzioni concrete, nonostante basti un giro per la città per imbattersi in numerosi stabili in stato di abbandono che potrebbero essere riqualificati ed ospitare il Commissariato.
Non mi stupirebbe, dato lo scarso interesse delle Istituzioni, che i cittadini di Busto, dopo aver assistito impotenti alla chiusura dello storico Distaccamento della Polizia Stradale di viale Venezia, potrebbero un giorno veder chiudere o trasferire ad altro Comune anche il Commissariato. Qualora si assistesse alla solita sordità rispetto queste problematiche" è l’avvertimento conclusivo "il Siulp avvierà se necessario anche forme di pubblica protesta nei tempi e modi che si riterranno opportuni per non permettere che la dignità e la professionalità di questi uomini seguiti ad essere calpestata".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Gennaio 2010
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