Stop ai siluri, minaccia dei pesci di lago
Arrivato dall'Europa centrale, raggiunge diverse decine di chili di peso. Al via uno studio per capire come contrastarlo
Goffo, baffuto e con due piccolissimi occhi. A vederlo così sembrerebbe anche innocuo, ma l’apparenza inganna: il pesce Silurus glanis, varietà esotica proveniente dall’Europa centrale rischia di mettere a repentaglio le specie autoctone del lago di Varese. Motivo? Nella sua bocca entra di tutto: anatre, gallinelle d’acqua, ma anche persici, boccaloni e lucci, se l’animale diventa di grandi dimensioni. L’animale è agilissimo tra i canneti e le profondità di laghi e fiumi, e molto potente: non a caso viene chiamato il "coccodrillo del Po" (fiume da cui si sospetta la sua propagazione nel resto di laghi e fiumi di casa nostra). Per questo la Provincia di Varese corre ai ripari e dai primi di ottobre ha dato avvio ad un programma di controllo e contenimento del siluro che durerà per due anni. Questa mattina all’alba, i pescatori di Bardello, che hanno la loro base operativa proprio sul lago, in via Leopardi, hanno issato le reti. Dentro carassi, scardole, gardon, un’enorme carpa e anche loro: due siluri.
Due “lei”: esemplari femmina di 2 e 8 chili circa, che sono stati sezionati. L’obiettivo era di verificare il nutrimento di questi animali, l’età, il sesso e misurarne grandezza e peso. «Per il momento non sappiamo quanti esemplari sìano presenti nel lago – ha spiegato Mauro Bardazzi, ittiologo della Graia Srl, società cui è affidata la rilevazione e che ha operato i rilievi sui pesci . Alla fine dello studio forse sarà più chiaro anche questo dato».
Oltre alla Provincia di Varese, rappresentata dall’assessore alla caccia, pesca e tutela faunistica Bruno Specchiarelli, gli altri soggetti coinvolti sono: Parco del Ticino, Fondazione Cariplo, Graia Srl, Apd Tinella, Fipsas Pavia e la Mutua Cooperativa Pescatori Lago di Varese.
E proprio qui vengono depositati in appositi mastelli i pesci frutto della pesca con le reti. Quelli “buoni” vengono nuovamente immessi nel lago, gli altri, i siluri, trattenuti.
«Il nostro obiettivo è contrastare questa specie – spiega – e ciò avverrà mediante il controllo diretto e l’elettro pesca sulle sponde. Poi si studierà l’ecologia del siluro per predisporre un protocollo gestionale per permettere alla Provincia di agire – spiega Cesare Puzzi, ittiologo e responsabile operativo del progetto. I danni prodotti dai siluri si contano anche fra la popolazione di lucci, e per questo, all’attività di contenimento del siluro, si abbineranno anche nuovi inserimenti di lucci grazie al ripopolamento tramite APD Valtinella».
Tra i pescatori presenti si raccontano esperienze di ogni genere: dai germani visti sparire sott’acqua e poi più riemersi, a veri e proprio “mostri” pescati, sempre con reti, del peso di 40 chili.
La fine del progetto è per il 30 settembre 2012; costerà complessivamente 370 mila euro, di cui 196 mila da contributo concesso dalla fondazione Cariplo.
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