Il titolare della gastronomia: «Nessun problema sanitario nel nostro negozio»

I controlli sono avvenuti in seguito al suo svenimento dopo aver inalato monossido di carbonio emesso da una caldaia difettosa: «Nel mio negozio non c'è merce avariata»

Gianluigi Pellegatta, titolare della gastronomia nella quale venerdì scorso sono stati sequestrati alcuni kg di alimenti da parte dei Nas, dopo un controllo dell’Asl si difende: «Venite a vedere questo covo di parassiti – dice, invitando i giornalisti che in mattinata sono passati a chiedere cosa fosse successo – sembra che a nessuno sia interessato il fatto che stessi per morire intossicato». Celle frigorifere pulite, pavimenti tirati a lucido, cucina in ordine, alimenti del tutto commestibili: questa la realtà che si presenta anche ai nostri occhi martedì mattina, dopo che la famiglia Pellegatta, titolare della gastronomia di via Papa Giovanni XXIII da 15 anni, ha vissuto la Pasqua peggiore della propria storia.

In primis il titolare, Gianluigi, venerdì mattina è stato ricoverato in ospedale a causa di un’intossicazione da monossido di carbonio, che è anche l’inizio della brutta avventura vissuta quel giorno e quelli seguenti: «La dottoressa dell’Asl che è venuta a fare i controlli mentre ero in ospedale è venuta per controllare la caldaia e ha chiamato i Nas per far sigillare l’intero negozio – racconta – tutto è successo dopo che mi sono sentito male mentre cucinavo le varie pietanze per la Pasqua: sono stato portato in ospedale qui e poi a Milano in camera iperbarica perchè avevo il 45% dei polmoni pieni di monossido». Nel frattempo il personale dell’Asl chiamato a controllare la friggitrice e la cappa della cucina dove l’uomo ha inalato il terribile monossido ha effettuato un controllo in tutto il negozio ravvisando la necessità di porre i sigilli all’attività facendo intervenire i Nas che, invece, non sono stati dello stesso avviso lasciando che l’esercizio potesse essere riaperto dopo alcune ore.

«Dalla cucina ho saputo che ha cominciato a guardare un po’ dappertutto insieme ad altri due veterinari, cercando a tutti i costi qualcosa che non andasse – racconta Pellegatta – hanno contestato le buste di pesce rimaste aperte dopo che mi sono sentito male: chi poteva chiuderle e rimetterle in congelatore una volta che sono crollato a terra?». La domanda è lecita ma intanto l’Asl ha chiesto di sigillare quel pesce scongelato perchè venisse poi smaltito: «Mia moglie l’ha fatto senza batter ciglio – continua il commerciante – ma non sono state trovate altre irregolarità». Secondo la versione fornita dai proprietari della gastronomia il personale dell’Asl non avrebbe nemmeno dato la possibilità alla moglie di raggiungerlo in ospedale: «Dovevo rimanere in osservazione almeno fino al giorno successivo ma quando ho saputo cosa stava succedendo al negozio ho firmato le dimissioni e sono tornato a vedere cosa stava succedendo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Aprile 2010
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