Venerdì sera al Twiggy Club con Samuel Katarro

Il solista Alberto Mariotti ed El Cijo in programma sabato 30 aprile al locale di Via De Cristoforis,5

Doppio appuntamento venerdì 30 aprile a Twiggy Club (a Varese, via De Cristoforis 5). A partire dalle 22:30 suoneranno El Cijo che presenteranno dal vivo l’album di debutto debutto Bonjour My Love. Sarà poi il momento di Samuel Katarro il progetto solista di Alberto Mariotti, avviato nel maggio 2006.
L’ingresso al club costerà 5 più la tessera.

Samuel Katarro in concerto al TwiggySamuel Katarro è il progetto solista di Alberto Mariotti, avviato nel maggio 2006.
Alberto era già stato chitarrista e cantante di alcuni gruppi dell’area pistoiese (Radio 85, Smirne, Korova) con i quali ha raggiunto ottimi risultati anche a livello nazionale con un repertorio inedito a metà tra new wave e noise-rock.
Samuel Katarro predilige la dimensione acustica scarna ed essenziale e la povertà di mezzi tecnici tipica dei primissimi bluesmen e folksingers americani, immersa però in un’atmosfera certamente più nevrotica e schizofrenica propria del rock ed in particolare di certa new wave americana degli anni ’70 (Pere ubu, Devo, Talking Heads).
Per Katarro la musica è una questione un po’ evangelica, un po’ patafisica ed un po’ gastrica. Le sue liriche affrontano tematiche legate agli scritti biblici, all’assurdo, al caos, al masochismo e ai cessi chimici, con liriche sempre ricondotte al tema centrale della solitudine e dell’abbandono.
Inizialmente ha partecipato ad alcuni concorsi in ambito locali ottenendo ottimi quanto inattesi riconoscimenti. Nel 2006 ha vinto il Rock Contest organizzato da Controradio presentando i propri brani e ottenendo critiche molto positive sia da parte del pubblico che degli organizzatori del concorso, che gli hanno permesso il mese seguente di esibirsi alla manifestazione “Beyond Folk” con la direzione artistica di Ernesto De Pascale e di aprire il concerto degli Heavy Trash di Jon Spencer all’Auditorium Flog di Firenze.
Le successive esibizioni di Katarro hanno avuto luogo nelle location più strampalate della provincia di Arezzo e di Firenze. Inoltre si è esibito al Saschall di Firenze, al Teatro Del Sale e all’Officina Giovani di Prato per le selezioni del concorso Italia Wave 2007 (manifestazione alla quale parteciperà come ospite esibendosi sullo stesso palco degli Yo Yo Mundi). Ha partecipato alle finali del concorso Obiettivo Blues e sperimentato delle versioni elettriche dei propri brani anche dal vivo (Samuel Katarro & the Hot Bananas!), ha aperto il concerto dei Pere Ubu a Firenze. Nel maggio 2008 ha registrato una decina di brani presso uno studio professionale, che sono poi diventati "Beach Party", il suo primo album, con la produzione artistica di Marco Fasolo dei Jennifer Gentle. Il disco, che riceve ottime recensioni su diverse riviste specializzate (XL, Il Mucchio, Blow Up, Rumore, Rocksound….) è distribuito in Italia da Audioglobe. Anche il rocker gallese Julian Cope si innamora di “Beach Party” e lo recensisce ottimamente sul suo sito ufficiale. Dopo numerose date in giro per l’Italia torna sul palco di Italia Wave nel luglio 2009, in quell’ occasione esegue la cover dei Creedence Clearwater Revival “Green River”, che verrà successivamente inserita nella compilation “1969-2009: omaggio a Woodstock”, distribuita in allegato alla rivista XL. Nel settembre dello stesso anno Samuel incontra Patti Smith al Teatro del Sale di Firenze, ricevendo numerosi complimenti dalla “sacerdotessa del rock” in persona. Pochi mesi dopo, in occasione del MEI di Faenza, arriva anche il premio “Fuori dal Mucchio”, che consacra “Beach Party” come miglior album italiano d’esordio. Il 15 aprile 2010 esce il suo secondo album “The Halfduck Mystery”, registrato tra dicembre 2009 e gennaio 2010 al Bunker Studio di Rubiera. Si tratta di un album molto meno “solitario” rispetto a Beach Party, le canzoni sono sensibilmente più complesse sotto il profilo compositivo e la maggior parte di esse sono state registrate in presa diretta insieme ad altri due musicisti: il polistrumentista Francesco D’Elia e il batterista/percussionista Simone Vassallo, formazione che sarà presente anche dal vivo al Twiggy Club. Numerosi anche i contributi da parte di musicisti esterni: Enrico Gabrielli (tastiere), Mattia Boschi (violoncello), Enrico Pasini (flicorno), Mario Frezzato (oboe), Alberto Danielli (Basso-tuba), Simone Bardazzi (banjo) e Lorenzo Maffucci (bassa fedeltà e performance concettuali).
Musicalmente il filo conduttore tra i pezzi è un inconsapevole omaggio agli anni ’60, sopratutto a livello di sonorità e scelte di arrangiamento. “Pop skull” suona come i Creedence Clearwater Revival con John Fogerty ipnotizzato e costretto a cantare in falsetto per tutto il pezzo.
“Three minutes in California” è super-pop-anni ’60: le armonie vocali beatlesiane, gli intrecci chitarristici Byrds docet, i richiami alla musica indiana, la melodia vocale molto nitida, l’organetto sbarazzino. Tutto quadra in fin dei conti, tranne l’arpeggiatore sui ritornelli, colpa dei Grandaddy. 
“You’re an animal!” è nata come plagio di “Long gone” di Syd Barrett, finché gli arrangiamenti pseudo-sinfonici alla Scott Walker hanno fatto a pezzi l’idea iniziale. 
“The first years of Bobby Bunny” è la versione 2000 di “Rainy day women”, ma molto più perversa e disordinata, come se fosse suonata da una marching band di gorilla sbronzi.
“9V” potrebbe averla scritta John Lennon se fosse stato uno stronzo paranoico.
“I am the Musonator” è un pezzo non suonato (ci sono soltanto campionamenti, batterie comprese), un inferno atonale su cui i Beach Boys hanno deciso di incidere delle voci durante una gita a Nashville.
I pezzi d’apertura “Rustling” e “Pink clouds over the Semipapero” sono molto diversi ritmicamente ma anche molto simili armonicamente perchè entrambi costruiti sull’intervallo di quarta aumentata (un omaggio al Diavolo!) ed entrambi ispirati dai gruppi storici dalla scena art-rock di Canterbury, rispettivamente Robert Wyatt e Caravan.
“‘s Hertogenbosch Blues Festival” (dedicata a Bosch) e “Sudden death” sono semplicemente incubi.

In apertura il concerto degli El Cijo: indie-folk, country-pop, influenze jazz ed accenni di trip hop acustico. Presenteranno dal vivo l’album di debutto debutto Bonjour My Love.
Tante cose sono successe al combo degli El Cijo dall’uscita dell’album tra cui entusiastiche recensioni da parte delle principali testate musicali italiane oltre che l’attenzione di canali televisivi; MTV e AllMusic che hanno il video (primo singolo estratto) di Just A Rebel Song nella loro programmazione. Anche le radio si sono accorte del folk-country della band anconetana, infatti hanno recentemente presentato il disco in un minilive in studio a Maps (Radio Città Del Capo), una tra le più importanti trasmissioni indie italiane. Da ricordare anche la presentazione dell’intero lavoro a Rai Stereonotte e live sul palco del Mi Ami 2009. Dal vivo El Cijo si è esibito ultimamente con Adam Green, Beatrice Antolini, Jennifer Gentle, Piano Magic e Hayseed Dixie raccogliendo i favori del pubblico che per la prima volta conosceva questo originale progetto.
Le radici del gruppo sono profonde e si estendono in altri campi artistici: Simone, Marco, Alessio e Giorgia sono anche membri fondatori del Postodellefragole, collettivo d’arte cinematografica che realizza documentari, cortometraggi e videoclip per artisti nazionali ed internazionali, ricevendo numerosi ed importanti riconoscimenti.

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Pubblicato il 29 Aprile 2010
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