“I manager incapaci cacciateli subito”

A sostenere la regola Fbs (föra di ball subit) non è un economista criptoleghista, ma un docente universitario di rango. Alberto Bubbio: «Il valore aggiunto di un’azienda dipende dalla quantità di materia grigia che si mette in ciò che si fa»

Alberto Bubbio, docente della Liuc, è intervenuto all'assemblea annuale gruppo giovani imprenditori di Varese«Per i manager incapaci dovrebbe valere la regola fbs». La regola, una volta esplicitata in tutta la sua potenza evocativa, è un po’rude, ma efficace: «föra di ball subit» (fuori subito dalle balle). A sostenerla non è un economista criptoleghista, ma un docente universitario di rango che risponde al nome di Alberto Bubbio, intervenuto all’assemblea annuale del Gruppo giovani imprenditori della provincia di Varese. Un’affermazione in linea con il tema dell’assemblea: “Costi e redditività: le relazioni pericolose. Reinventiamo le nostre imprese”, trattato nella sua relazione dal presidente Alberto Parma. «La via più facile per recuperare redditività è tagliare i costi – ha spiegato Bubbio – ma è una scelta perdente, perché non tutti i costi sono uguali. Tagliare puo’ essere quindi pericoloso perché la redditività puo calare per motivi non legati all’ambiente esterno».
Il problema, però, non è solo tagliare, piuttosto capire quanto valore aggiunto si crea per il cliente. «Oggi i volumi non esistono più, esistono i singoli clienti – ha spiegato il docente –. Il valore aggiunto dipende dalla quantità di materia grigia che si mette in ciò che si fa e quindi per capire cosa tagliare bisogna chiedersi quali sono i costi che creano valore per il cliente».
La differenza tra chi ha retto bene l’urto e chi è morto durante la crisi, secondo Bubbio, dipende dall’elevata capacità competitiva, dall’avere una strategia chiara con coerenti soluzioni organizzative e un management di qualità. Per dimostrare la propria tesi Bubbio ha portato di fronte ai giovani imprenditori di Varese tre casi: la BTicino, specializzata nella produzione di interruttori elettrici, la Gessi spa, azienda leader nel settore della rubinetteria di lusso, e l’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano. «Una delle nostre regole durante la crisi – ha raccontato Paolo Perino amministratore delegato della BTicino – era non tagliare la ricerca e l’innovazione. Il management ha dovuto cambiare atteggiamento mentale, perché fino a quel punto era solo abituato alla crescita».
Il materiale umano è strategico anche per Eusebio Gualino (foto), amministratore delegato di Gessi spa. «Se parliamo di costi, essendo io di Biella, vi dico che ci vogliono dieci genovesi per fare un biellese – ha detto Gualino -. Oggi Marx è più attuale che mai, perché il lavoratore deve avere la proprietà dei mezzi di produzione. E quali sono oggi i mezzi di produzione? Le persone,  sono “le macchine” che producono valore aggiunto. E le persone  non sono più sotto il controllo dell’imprenditore, il cui compito è quello di motivare la squadra».
In un’azienda che produce salute, come l’ospedale Niguarda, la forza sta nelle professionalità qualificate, che diventano attrattive per i pazienti ma anche per i medici che hanno voglia di crescere. «Alla domanda di salute – ha spiegato Pasquale Cannatelli, direttore generale dell’azienda ospedaliera- non risponde mai il singolo medico, ma l’equipe. E per fare una buona equipe occorrono buone professionalità, ecco perché investiamo molto negli aggiornamenti professionali, senza dimenticare però che la passione e la creatività sono altrettanto importanti».

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Pubblicato il 11 Maggio 2010
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