Merletti: “Andiamo verso le reti di impresa”

Il presidente di Confartigianato Lombardia e vicepresidente nazionale al ritorno da Roma dove è stato formalizzato il Patto del Capranica, riflette sull'accordo e sul fallimento di una certa politica

«In un momento in cui i sistemi di rappresentanza dei “piccoli” stanno tracciando la strada per le reti di impresa – dichiara Giorgio Merletti (foto), presidente di Confartigianato Imprese Varese e di Confartigianato Lombardia e vicepresidente di Confartigianato nazionale – è più che corretto questo patto tra le associazioni che delle micro e piccole imprese hanno sempre rappresentato gli interessi, e continueranno a farlo».
Di ritorno da Roma, Merletti vuole sottolineare quanto «rappresentanza e territorio dovranno sempre essere al centro delle azioni di Capranica. Non si può pensare di disgiungere le due parole, e l’esempio positivo potrebbe essere quello di Bergamo con il suo “Imprese e Territorio”. Dobbiamo ricordare, però, che anche a Varese, circa tre anni fa, era nata una sorta di coalizione tra Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Api e Coldiretti dal nome “Una nuova forza per l’impresa”. E proprio allora si erano organizzati alcuni incontri con le istituzioni, un convegno dedicato agli Studi di Settore e un’aperta critica nei confronti del governo Prodi».
Capranica nasce a Roma ma non deve dimenticare le realtà territoriali. «Se Capranica ha le gambe, le deve avere anche sui territori locali. E dovrà essere un modello per l’Italia e un modello da esportare . Non una scatola chiusa ma “aperta”: chi vuole entrare, entri. Il Capranica funzionerà meglio dal momento in cui si darà il via a livello lombardo . Perché la Lombardia è uno dei quattro motori d’Europa. E mi impegnerò affinché questo accada nel minor tempo possibile».

Capranica come risposta alla politica? «Ad una certa politica, sì ! Insomma, inutile negarlo perché dal momento in cui a Jerago stava nascendo qualcosa – incalza Merletti – una certa frangia al Governo decise di mandare allo sbaraglio alcune imprese e supportare gli incontri di Vergiate e Milano (Hotel Camelot). Quel partito decise di andare direttamente sugli imprenditori cercando di negare la società di mezzo, cioè le associazioni di rappresentanza . In questo caso si può parlare di fallimento della politica, perché le associazioni come quelle dei “piccoli” fanno da cuscinetto tra la politica e le imprese e raccolgono le idee da un sistema imprenditoriale capillare: sappiamo che alcuni hanno tutti gli interessi a bypassare questo sistema, ma la politica deve fare il suo mestiere».

E Merletti è pronta a premiarla: «Quando i politici non si interessano e non agiscono per gli interessi del territorio, dei cittadini, delle imprese e dei loro collaboratori, lo diciamo. Quando fanno bene li ringraziamo: vedi la Legge sul Made in Italy Reguzzoni-Versace. E’ per questo che caldeggiamo le richieste del Presidente della Provincia di Varese Dario Galli e, tempo addietro, del Sindaco di Varese Attilio Fontana: eliminiamo il Patto di Stabilità per le amministrazioni locali virtuose al fine di liberare risorse per il territorio. Al Governo non costa nulla e noi potremmo ottenere buoni risultati. Infine, vorremmo che si proceda a legiferare sui mancati pagamenti: una norma che costringa chi non paga, a pagare. Ciò vale per la PA, ma anche e soprattutto per quegli imprenditori che non onorano i loro impegni. E penso a tutte le nostre imprese che, lavorando in subfornitura, attendono di essere pagate per mesi e a volte per anni».

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Pubblicato il 11 Maggio 2010
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