Un’invasione di penne nere, migliaia di varesini all’adunata degli alpini

Freddo e nuvoloni non fermano gli alpini di casa nostra che stanno arrivando a Bergamo per l'ottantatreesimo raduno. «Qui la festa è già iniziata»

adunata alpini bergamo primaIn treno, in auto, alcuni addirittura a piedi. Anche gli alpini varesini stanno preparando lo zaino per raggiungere Bergamo, dove domenica si terrà la grande adunata nazionale che vedrà sfilare oltre 300 mila persone per le vie della città. Varese ha 4.500 iscritti, se ne muoveranno circa 2.000 e i partecipanti alla sfilata saranno oltre un migliaio.
Alcuni, come Piergiorgio Valli, 65 anni, naja ad Aosta negli anni “caldi”, sono a Bergamo da ieri sera, giovedì 6 maggio, ed ha la fortuna di avere una casa di parenti a disposizione. «Ma io sono in strada coi miei compagni – dice Valli – ed è uno splendido brulicare di alpini arrivati da tutt’Italia. In tanti si organizzano negli alberghi, altri nelle scuole e negli spazi messi a disposizione dall’organizzazione. Tanti, tantissimi arrivano con le tende e le mettono dove capita, come sta avvenendo proprio in queste ore».
Lo spiegamento di mezzi è incredibile e la città è completamente presa per il raduno. La festa è già iniziata e il primo evento, particolarmente sentito dalle penne nere, è avvenuto ieri sera, quando nella città alta è stato reso omaggio alle spoglie di Don Gnocchi, il prete alpino che confortò i feriti durante la guerra (battaglione Tagliamento in Grecia e divisione Tridentina, in Russia) e che nel dopoguerra a Milano fondò un istituto che ancora oggi porta il suo nome.
«Il nostro obiettivo è fare la sfilata di domenica – racconta Valli, che ha partecipato a tutte le ultime adunate – : vi parteciperanno centinaia di migliaia di persone e ci vorrà l’intera giornata per sfilare tutti».
Gli alpini varesini saranno in marcia nel tardo pomeriggio di domenica, dopo le 18, racconta Silvio Botter, varesino, responsabile nazionale di Servizi Ana, il braccio “commerciale” dell’associazione.
«E’ difficile quantificare le persone che parteciperanno all’adunata, poiché a Bergamo ci saranno non solo gli iscritti, ma anche i simpatizzanti, gli amici le famiglie – racconta Botter, anche lui scaglione 1965 a Cuneo – . Ogni sezione si porta il suo striscione che verrà esposto durante la sfilata».
Ma gli alpini non sono certamente solo questo. Proprio a Bergamo, in un deposito dell’aeroporto di Orio c’è un ospedale di campo pronto a partire in meno di 24 ore. Ogni settimana un gruppo di una cinquantina di volontari accende i motori dei mezzi, controlla apparati e sistemi di controllo, igienizza le componenti e controlla le scadenze delle medicine. Questa struttura è già partita in diverse occasioni, alle dipendenze della protezione civile: Bosnia, Iraq, Sri Lanka, ma anche nei terremoti dell’Umbia e dell’Abruzzo, solo un anno fa.
«Vorrei ricordare che non si sentirà mai parlare un alpino di armi o di guerre, nonostante siamo un gruppo d’arma – conclude Botter – i nostri valori saranno sempre il sacrificio e l’impegno per gli altri».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Maggio 2010
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