“Fadel non sapeva nuotare, non può essersi tuffato”

La storia di Fadel ha sconvolto il paese che non parla d'altro. Mentre le ricerche sul lago continuano ci si interroga su come possa essere avvenuta una simile tragedia

malgesso casa famiglia yabreNon si parla d’altro a Malgesso. La storia del giovane Fadel Yabre, il 17enne scomparso mercoledì nelle acque del Lago Maggiore, ha sconvolto tutti. «La sua famiglia di dolore ne ha già patito abbastanza» dice una donna nella farmacia del paese. E così è. Lo scorso 14 febbraio il piccolo Mohamed, di dieci anni, era stato investito e ucciso da un’auto in strada, a pochi passi da casa. Un dolore terribile per i genitori che ora stanno rivivendo nuove ore di angoscia in attesa di sapere cosa sia accaduto al loro Fadel. La sua scomparsa ha infatti poche certezze e diversi tratti da chiarire. Il ragazzo si trovava con altri tre amici alla spiaggia delle Fornaci di Caldè dove sono stati ritrovati anche i suoi vestiti. Qualcuno dice di averlo visto tuffarsi e poi non riemergere più. «Ma Fadel non sapeva nuotare e aveva anche paura dell’acqua – racconta in comune chi lo conosceva -. È difficile quindi credere che si sia buttato nel lago lo stesso». Potrebbe essere allora scivolato o essersi sentito male? Sono solo delle ipotesi a cui nessuno sa rispondere, di forse in queste ore ne sono stati detti di ogni tipo. Le ricerche intanto questa mattina sono riprese, del corpo del ragazzino però ancora nessuna traccia.

Il sindaco di Malgesso, Luigi Franzetti, non è in Comune ma le sue telefonate sono continue per sapere se ci sono delle novità o degli sviluppi. Nulla però per il momento fa cambiare le cose. La famiglia Yabre oggi non è in casa, certo è che avranno bisogno di vicinanza e soprattutto di avere delle risposte. «Sono brave persone che hanno fatto di tutto per integrarsi fin dal loro arrivo. La tragedia che li ha colpiti l’anno scorso aveva fatto avvicinare a loro tutto il paese» racconta una donna che li conosce bene. E Fadel? «Un adolescente come gli altri. Vivace, solare, simpatico. I genitori volevano il meglio per il suo futuro e per questo a volte erano severi, anche perché a quell’età i ragazzi sono un po’ spericolati». Avrebbe dovuto sostenere l’esame orale di terza media alla scuola di Gavirate ma secondo alcuni in questi giorni era un po’ nervoso anche per la decisione della famiglia di tornare per un periodo nel paese di origine, il Burkina Faso. Un viaggio dovuto, anche alla luce della morte che aveva portato via il piccolo Mohamed. Ma Fadel in Africa non ci voleva tornare. A quel senso di ribellione in molti si aggrappano sperando, al limite dell’assurdo, che il ragazzo abbia deciso volutamente di far perdere le proprie tracce per evitare così la partenza. Se fosse vero si può solo sperare che ci ripensi al più presto e cambi idea.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Giugno 2010
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