Un museo per la scherma “unico a livello nazionale”
Sarà allestito negli spazi dell'ex cotonificio bustese, in via Galvani, accanto all'Accademia "Andrea Felli": a settembre 2011 l'apertura,. Fra le "chicche", documenti originali del campionissimo livornese Nedo Nadi
En garde: "arriva" a Busto Arsizio il museo della scherma. Diciamo "arriva" tra virgolette perchè l’apertura effettiva al pubblico potrà avvenire nel prossimo settembre, e perchè con 129 anni di storia sportiva della Pro Patria Scherma questo sport antico non è l’ultimo arrivato. Un tempo esercizio marziale atto ai gentiluomini pronti a difendere a duello il punto d’onore, oggi attività adatta anche ai bambini da compiere in tutta sicurezza, la scherma ha regalato allo sport italiano il maggior numero di medaglie, e alla città di Busto Arsizio l’unica sua medaglia olimpica della storia (anno di grazia 2000, Daniele Crosta, bronzo nel fioretto a squadre a Sydney).
«Un museo che possa coprire a 360 gradi la storia della scherma, sarà un centro di sapere unico in Italia» è l’intenzione dei promotori che oggi presso l’Accademia "Andrea Felli", attiva da qualche anno nei vasti spazi dell’edificio un tempo industriale del cotonificio bustese, hanno presentato il progetto. Dietro di esso la società sportiva con l’associazione "Amici della Pro Patria scherma" nata di recente come utile supporto sul piano sia tecnico che culturale, con il supporto dell’amministrazione comunale che ha concesso gli spazi. Il presidente dell’associazione, avvocato Sergio Fabrizi, il consigliere della società sportiva Marino Vago e il maestro Giancarlo Toran hanno presentato l’iniziativa insieme all’assessore ai giovani e allo sport Ivo Azzimonti e al sindaco Gigi Farioli.
«La passione e l’intelligenza del mondo della scherma, unite a gli spazi che l’amministrazione a disposizione»: questa per il sindaco Farioli la ricetta vincente. Sugli spazi tuttavia già si pone una questione: si è liberata la Sala Gemella e da parte di Marino Vago si è chiesto se non si possa fare uno scambio ottenendo quella, più ampia, al posto dell’ex sala espositori già concessa. L’assessore Azzimonti ha fatto sapere che recepisce la proposta e che Palazzo Gilardoni la valuterà, insieme alle molte altre pervenute in questi giorni, decidendo a breve. Quanto agli spazi già concessi per il museo, Azzimonti commentava così: «Al di là delle polemiche (interventi critici della consigliera comunale e regionale della Lega, Ruffinelli) abbiamo colto l’occasione di far rifiorire uno spazio adiacente a questo dell’Accademia e che era noto a tutti come fosse "utilizzato" da chi si droga, beve o scrive sui muri».
Negli spazi del "Giardino d’Inverno" dell complesso che ospita anche il Museo del Tessile si snoda già la mostra fotografica “Scatti in armonia”, raccolta di immagini storiche su questo sport in città, inaugurata alcuni giorni or sono e che ha già attirato, complice l’appuntamento affollato e salutato da gran successo delle gare del campionato italiano master, un migliaio di presenze. È stata la prima iniziativa degli "Amici della Pro Patria Scherma", che già dal mese di maggio hanno ricevuto numerose adesioni, racconta Fabrizi, grazie anche alla quota "popolare" richiesta. «Non solo agonismo, ma momento di crescita psicofisica per i ragazzi» ricorda il presidente dell’associazione: quindi anche l’iniziativa della scherma rivolta a bambini che vengonod a situazioni problematiche. Perchè come ogni sport che si rispetti, la scherma insegna anche dei valori.
Anche Marino Vago, nel suo intervento, ha ripreso la discussione a distanza insorta con Ruffinelli: «Ha ragione la consigliera regionale a ricordarci che avremmo dovuto ospitare la prima parte della "donazione Longhi" negli spazi già a nostra disposizione», ma nel frattempo, da quando lei stessa firmò la convenzione che regola i rapporti fra Pro Patria Scherma e Comune, «è cambiato "il mondo". I nostri allievi sono triplicati. Le nostre collezioni si sono ampliate, in futuro ci sarà donata un’altra parte della collezione Longhi, abbiamo la disponibilità del materiale storico di un gigante della scherma internazionale di sempre come Nedo Nadi»; una raccolta di libri, anche ristampe di trattati cinquecenteschi, in espansione; un archivio eletronico di grande valore in via di realizzazione; corsi di scherma storica; e così via elencando. Non ci si deve quindi meravigliare se passando tra il posteggio auto e il museo del Tessile sia comunissima la vista, dai finestroni, dell’Accademia che formicola di ragazzi armati di sciabola, spada e fioretto (l’Accademia pratica tutte e tre le specialità).
La spesa prevista per il museo è fra i 150 e i 200mila euro: «impegno grandissimo per una società che copre i disavanzi col solo contributo dei soci». Cinque saranno le tipologie di supporter, a seconda del contributo: socio semplice, socio sostenitore, socio benemerito, socio fondatore, main sponsor. «E ora si apre "la caccia" alla grande generosità dei bustocchi».
Infine, il maestro Giancarlo Toran: 36 anni di esperienza da tecnico, di cui 30 a Busto, in fatto di scherma è un vero pozzo di scienza. L’impegno culturale, i numerosi scritti e libri tradotti in varie lingue, il contributo alla Treccani, i volumi commissionatigli dalla Federazione ne fanno un punto di riferimento. Da presidente dei maestri italiani per 16 anni ha dato impulso alla scherma storica, ricostruzione rigorosa delle tecniche che ci giungono da trattati e opere antichi e ancora attuali, che da commissario d’esame in Federazione ha potuto impiegare anche come oggetto di tesi d’esame.
Il patrimonio si era allargato con la citata donazione del collezionista ed esperto Silvio Longhi – armi, accessori, immagini, documenti, una prima parte subito, in futuro la restante, come da intenzioni dell’interessato, «a patto che il tutto sia valorizzato»; più l’archivio di Nedo Nadi acquistato via Internet da un collezionista, una messe di documenti di questo sommo campione e brillante giornalista sportivo, purtroppo scomparso prematuramente. Era necessario uno spazio in più rispetto alla sala d’armi, ed è stato concesso: ma nemmeno questo basterà. «Vogliamo un museo dinamico e attivo» annunciava il maestro Toran, «abbiamo già individuato una ventina di temi per far ruotare le collezioni esposte, da alternare di frequente. E poi la formazione: da quella per le scuole al team-building e ai corsi per dirigenti d’azienda». Busto sede di corsi, convegni, progetti sulla scherma: l’idea c’è. E farebbe tornare spada, sciabola e fioretto "a casa", se è vero che il tessuto delle divise d’un tempo era il "tessuto Olona".
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