“Università, si smantella quanto costruito”
La posizione di Unione Italiana sulla vicenda dell’università, sulla possibilità che non possa essere rinnovata la convenzione per il distaccamento dell’Insubria
«Altre città non capoluogo di provincia, come Busto Arsizio, non solo ospitano gratuitamente sedi distaccate dell’Università dell’Insubria (o prestigiosi musei di arte moderna), ma dànno notevoli contributi economici all’Università stessa, riconoscendone la valenza culturale, e sarebbero dispostissime ad accogliere agli corsi di studio». È solo una delle posizioni espresse dal gruppo di Unione Italiana rispetto alla recente situazione sulla presenza dell’Univiersità a Saronno, sollevata dal sindaco Luciano Porro nei confronti del rettore Renzo Dionigi, durante il loro ultimo incontro.
«Certamente l’Università deve fare a sua volta degli sforzi per radicarsi di più a Saronno – spiegano il consigliere comunale Pierluigi Gilli -; è notorio che norme restrittive impongono limiti alle Università sulle sedi distaccate e sulla creazione di corsi specialistici, come quello biennale in scienze motorie; si tratta di norme superiori, non facilmente contrastabili ed aggirabili. Nel 2008, la mia Amministrazione già sollecitò in tal senso il Magnifico Rettore, che non nascose i problemi derivanti dalla riforma universitaria. Tuttavia, l’Università potrebbe rendere la sede di Saronno un luogo privilegiato per l’organizzazione di master e corsi specialistici residenziali in ogni disciplina, approfittando della facilità di raggiungimento del già Seminario tramite i mezzi pubblici e, in un futuro non molto lontano, della possibilità di alloggiare temporaneamente i corsisti nella foresteria in fase di ristrutturazione».
«Certamente l’Università, che non ha stipulato alcun contratto con il Comune per gli spazi di cui ai restauri del secondo lotto, quindi già ora nella disponibilità libera del Comune, dovrebbe rapidamente decidere se chiedere di espandersi anche in questi notevoli spazi – conclude Gilli -; diversamente, il Comune potrebbe benissimo utilizzarli per altri scopi compatibili, senza alcun problema (ma ne è consapevole l’Amministrazione??); perché non organizzare un servizio di mensa, aperta anche al pubblico generico, posto che esistono già ampi locali a ciò adibibili? A costo zero, basterebbe dare in appalto la gestione, magari al Centro Cottura del CoSic.».
«Ma l’Amministrazione, nel suo immobilismo, vuole continuare scientificamente l’opera di smantellamento di quanto ricevuto in eredità, con evidente pregiudizio ideologico e spasmodico desiderio di darsi un’immagine ed un’identità (che non ha).A noi sembra un vero errore; le Amministrazioni 1999/2009 non hanno deliberatamente smantellato nulla di quanto ereditato da Angelo Tettamanzi, anzi, hanno portato a termine alcuni suoi progetti incompleti (come ad es. la Scuola Elementare Pizzigoni, dopo aver ricondotto a sostenibilità il progetto, tecnicamente sbagliato e il Sindaco di allora ben si guardò dall’inaugurarla, non era idea sua); semmai, si può sempre migliorare, senza immaginarsi improbabili autori della palingenesi».
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