Polveri alle stelle, ma niente blocco
Niente di fatto al "tavolo aria" in Regione: la metropoli conferma le misure d'emergenza, hinterland e provincia dicono di no, compreso il Varesotto
Blocco del traffico a Milano, ma il resto di Lombardia va avanti. Quasi un nulla di fatto al "Tavolo Aria", momento di confronto convocato giovedì mattina dalla Regione, per discutere con tutte le città capoluogo, le aziende di trasporti, le città sopra i 40mila abitanti. Posizioni ancora discordanti: Milano conferma blocco del traffico, riduzione extra del riscaldamento (un grado di meno e un’ora di meno al giorno, tranne che per alberghi e ospedali), divieto di accendere camini e pure di sparare fuochi d’artificio. Linea della prudenza, viste anche le denunce dello scorso anno contro gli amministratori. La provincia, invece, non cambia idea: servono misure complessive, dunque nessuna soluzione d’emergenza e niente blocco nell’hinterland (dalla leghista Monza a Cinisello governata dal centrosinistra), così come a Brescia, Como e anche in provincia di Varese. A Palazzo Estense è stato convocato stamattina un nuovo tavolo di confronto locale per capire dove sia il problema e quali siano le risposte da adottare, proposte arriveranno entro il 20 febbraio. Busto ha già chiuso la porta all’ipotesi di blocco, così come Gallarate. Anche il Varesotto sembra dunque aspettare un intervento del Pirellone, che a dire il vero non sembra dietro l’angolo. Dall’area più inquinata di Lombardia, la bassa Brianza, il consigliere regionale del Pd Pippo Civati ha richiamato la Regione alle sue funzioni: «Dicendo che le decisioni sui blocchi del traffico spettano ai comuni e che la Regione può fare solo da cabina di regia, Formigoni non rispetta la legge regionale e scarica il peso delle scelte sulle spalle degli enti locali. Nel frattempo, i cittadini continuano a respirare aria al veleno». L’assessore regionale all’ambiente Marcello Raimondi ha risposto per le rime parlando di «misure strutturali» messe in campo negli ultimi quattro anni e che «stanno dando risultati importanti». Un po’ la stessa linea su cui si muove il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato, che ha ricordato che lo scorso anno, per la prima volta, Milano non ha superato i limiti della concentrazione media annuale. Per il resto, rimane lo sforamento dell’altro paramento, il numero massimo di giorni oltre la soglia, fissato a 35 l’anno: Milano se n’è già "mangiati" oltre la metà. Così come Como, Brescia, Gallarate, Saronno…
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