Il Pd e la corsa di Guenzani “per una città migliore”
Sala piena per l'assemblea del Pd in vista delle elezioni. "In questi anni abbiamo visto opere importanti, ora attenzione ai servizi"
«Una bella serata. Serena, partecipata». L’avvio, venerdì sera alle scuderie Martignoni, della campagna elettorale del PD con il candidato sindaco Edoardo Guenzani entusiasma il segretario cittadino dei Democratici, Giovanni Pignataro, che tuttavia ammette: «questo è solo il primo passo, l’inizio di un cammino sicuramente lungo e difficile». Che il PD sembra voler affrontare tenendo un
profilo alto, cercando di accreditarsi presso tutti gli elettori quale interlocutore affidabile e propositivo. L’interesse per la proposta – anche grazie alla candidatura ‘esterna’ e alla nascita della lista civica, che sparigliano i giochi – di sicuro c’è. L’uditorio in sala è eterogeneo: ci sono i militanti del PD, le delegazioni delle altre forze alleate, semplici cittadini, molti giovani. Il tricolore appare il tema dominante della serata: si inizia infatti con un applaudito video celebrativo per i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia; poi vengono il breve saluto del segretario provinciale del PD Taricco e gli interventi dei consiglieri regionali Tosi e Alfieri. A dare il ‘la’ alla campagna elettorale saranno però i discorsi di Pignataro e Guenzani (insieme nella foto). «Siamo qui stasera per dire che ci sta a cuore Gallarate. Ci sta a cuore questa città fra la pianura e la montagna» esordisce Pignataro. «Riteniamo la cosa pubblica una cosa di tutti: da qui partiamo per cambiare insieme la città». Ma perché la necessità di
un cambiamento, di una discontinuità rispetto a dieci anni di un centrodestra che – riconosce il giovane segretario PD – ha saputo fare alcune cose positive? «Stanno esplodendo negli ultimi mesi alcune contraddizioni, di forma e di sostanza: ad esempio, per garantirsi grandi opere si è consumato troppo territorio; con l’impiego di grandi risorse si sono fatti il MAGA e i teatri, ora però bisogna trovare i modi per gestirli con meno soldi ma mantenendo intatta l’offerta culturale». Sebbene non manchino le stoccate («il maggior referente politico del PdL si è autoassunto come direttore generale della municipalizzata, che al momento fa acqua da tutte le parti») il discorso è tutto rivolto al futuro, al progetto di città che sta prendendo corpo e che passa tutto per le due parole che secondo Pignataro incarnano la migliore tradizione cittadina: ‘lavoro’ e ‘solidarietà’. Da qui viene forse l’identikit del candidato Guenzani, noto professionista impegnato nel volontariato?
«All’inizio avevo rifiutato decisamente l’offerta», dice Guenzani. Ma «il PD e altri amici mi hanno fatto capire che molte coscienze, anche a Gallarate, rifiutano l’idea di politica come potere dove pochi prendono le decisioni, e gli altri cittadini devono subirle. Ho trovato un gruppo sempre più numeroso e giovane disposto a lavorare per cambiare la città». Dove il cambiamento, secondo Guenzani, deve porre al centro la persona, puntando sui servizi alle persone garantendone la qualità anche in tempi di risorse limitate. Questo principio-guida ispira le linee programmatiche su cui si basa il patto di coalizione: «abbiamo lavorato assieme riflettendo sui problemi della città costruendo un programma comune e condiviso». Un programma che, promette Guenzani, cercherà di raggiungere tutti i cittadini, anche quelli che votano «principalmente in base al simbolo». Le ultime parole sono un elogio ai partiti del centrosinistra che, rinunciando alla candidatura di bandiera, «dimostrano di avere a cuore il futuro della città».
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