Enac “allarga” l’aeroporto: nuovi vincoli sulle aree delocalizzate
Le nuove regole proposte per tutti gli aeroporti prevedono l'aumento da 600 a 1000 metri delle fasce di sicurezza. Il rischio è che le zone delocalizzate perdano ancora valore
Le fasce di sicurezza intorno all’aeroporto si allargano. E così intere zone delocalizzate di Ferno, Lonate Pozzolo, Somma Lombardo rischiano di perdere enormemente di valore: è l’effetto delle nuove regole proposte da Enac (l’ente che sovrintende all’aviazione civile) per le fasce di sicurezza previste dai piani di rischio. L’area laterale alle piste individuata dai Piani di Rischio crescerebbe, secondo la proposta, da 600 metri a 1 chilometro, cosicché intere zone dei paesi circostanti finirebbero inclusi. Sono le aree già "delocalizzate", dove cioè non è possibile la residenza, e che oggi diventerebbero off-limits per una serie di altre attività: no a centri commerciali, multisala e altre attività che comportino concentrazioni di persone.
«La motivazione è nobile e condivisibile – commenta Mario Aspesi, sindaco di Cardano e presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Aeroportuali – ma non possiamo non notare che nel frattempo si sta costruendo interi alberghi subito accanto alle aerostazioni». Perché – dicono i Comuni – noi non possiamo far costruire neppure bed and breakfast e dentro nell’area aeroportuale c’è un intero albergo con centinaia di posti letto? Senza contare che un altro è già in progetto accanto al Terminal 2. Insomma, le regole di sicurezza potrebbero avere come conseguenza un vantaggio per il gestore aeroportuale, opposto al danno che subisce il territorio: le case e gli edifici nella "nuova" zona di sicurezza perderebbero enormemente valore. «Noi – continua Aspesi – chiediamo che le stesse regole valgano per i Comuni come per la società di gestione. Dentro l’aeroporto può esserci un deposito o la caserma dei vigili del fuoco, ma un albergo…». Senza contare le specificità territoriali: si pensi a una realtà come Lampedusa o Pantelleria, dove le fasce di sicurezza finirebbero a coprire una buona parte dell’isola. Anche per questo Aspesi chiede che «si coinvolgano Regioni e Province» nella ridefinizione delle regole.
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