Marco Manetti: “Dopo Coliandro torno al videoclip”
Fratello di Antonio, il regista dei Manetti Bros ha partecipato ad un incontro all'Informagiovani dove ha parlato dell'ultimo lavoro girato con Max Pezzali e degli altri video musicali
«I videoclip per noi sono un incubo». Hanno provato ad uscirne i Manetti Bros ma, alla fine, il loro primo "amore" è tornato alla carica. Oggi pomeriggio, venerdì 25 marzo, Marco Manetti, regista e sceneggiatore, ha tenuto un workshop all’Informagiovani dal titolo "Video clip, tecniche e linguaggi". Insieme al fratello Antonio ha firmato con il marchio "Manetti Bros" lavori come "L’ispettore Coliandro", "Crimini", "Piano 17".
A Varese è stato invitato per un incontro organizzato dall’ufficio delle politiche giovanili del comune e da Cortisonici, all’interno del progetto NotturnoGiovani. «Per anni non abbiamo più fatto video musicali, volevamo fare altro. Rimangono comunque una delle cose che ci piace fare molto anche se hanno badget bassissimi e richiedono molto impegno».
L’ultimo è stato quello di Maz Pezzali, "Il mio secondo tempo", ma in passato hanno lavorato anche con Er Piotta, Alex Britti, Mietta, Asssalti Frontali, Gigi D’Alessio, Tiromancino. «I video musicali sono un grande esercizio tecnico ma anche una prova di umiltà – ha spiegato il regista – Non giri il tuo film ma ti metti a servizio di un artista e della sua canzone. Saperla raccontare è importante». Sarà anche per questo che la "Manetti Bros", «non ama lavorare con le grandi case discografiche perchè si è creato un meccanismo per cui si pensa solo al prodotto finito. Quando noi dobbiamo fare un video musicale, abbiamo bisogno di ascoltare la canzone finchè non ci viene in mente un’immagine senza pensare a restrizioni o badget».
E i cantanti li cercano: «Siamo tornati a fare i videoclip perchè Max Pezzali è un amico e ce l’ha chiesto. La stessa cosa è successa anche per Alex Britti. Gigi D’Alessio invece, si è offerto di registare un video promozionale del nostro marchio». Marco e Antonio tengono a presentare l’artista così com’è. Passione, creatività e tanto mestiere: «E’ fondamentale il rapporto tra la canzone e le immagini. Devi ascoltare il testo, conoscere il ritmo, e infine raccontarlo».
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