Maroni: “Sono clandestini, non rifugiati”

«A Lampedusa abbiamo una presenza massiccia di clandestini, non sono rifugiati». Il ministro degli Interni Roberto Maroni, a Varese per un convegno, chiarisce la posizione dei nordafricani giunti sull’isola delle Pelagie negli ultimi giorni, che non saranno dunque considerati come profughi. Il piano-profughi concordato con le Regioni non ha dunque attinenza diretta con la situazione attuale, ma con un esodo di massa diverso, legato al conflitto. «Abbiamo il forte timore che questo possa avvenire: non sappiamo se, come e quando, ci prepariamo nel caso che al terremoto che si sta verificando in Libia segua uno tsunami umano», ha spiegato, ringraziando le Regioni «per la responsabilità e la disponibilità».
Nessun dettaglio, invece, sulla ripartizione degli eventuali flussi: «Non siate negativi e catastrofici» dice ai giornalisti che chiedono quale ruolo avrà la provincia di Varese. «Formulerò io un piano che tiene conto delle correzioni al criterio della popolazione» (1000 profughi massimo ogni milione di abitanti). Nessun chiarimento alla domanda sull’ipotesi di centro a Lonate Pozzolo.

Maroni ha parlato anche delle strategie di contrasto all’immigrazione nel mediterraneo. Sulla Tunisia: «il governo tunisino deve ripristinare i sistemi di controlli che funzionavano perfettamente fino a dicembre scorso: l’anno scorso arrivarono 25 clandestini, quest’anno 15mila. Vuol dire che sistema di controlli è collassato».  Entusiasta della posizione unitaria della maggioranza, con «la richiesta alla Unione Europea di farsi carico dei profughi» e la richiesta di «un impegno della flotta NATO per respingere flussi di clandestini».