Il folk di Malcolm Holombe arriva in città
Il cantautore americano sarà in concerto domenica 10 aprile al Twiggy Club
Il secondo artista all’interno della manifestazione "D’Altri Canti" è con Malcolm Holombe che sarà in concerto domenica 10 aprile al Twiggy Club.
Holcombe nasce e cresce a Weaverville nel North Carolina, patria della più profonda tradizione musicale americana. Da bambino la passione di Malcolm per la musica viene alimentata dalla TV e dalla radio e diviene ancora più importante dopo la morte di entrambi i genitori. Ancora ragazzino parte in tour con i Redwing fino ad arrivare a stabilirsi a Nashville dove va a vivere nel retro bottega del Douglas Corner, il locale per cui lavora come lavapiatti e non a caso una delle migliori venue in città.
Cominciano a circolare storie riguardo al ragazzo dalla voce rauca e dal talento innato che viveva nei sotterranei del locale e Holcombe sfiora la possibilità di intraprendere una vera carriera musicale prima nel 1994, con il promettente primo lavoro “A Far Cry From Here” e poi nel 1996 con il contratto con la Geffen Records. Sfortunamente la situazione precipita e Malcolm rinuncia a pubblicare il suo disco (che uscirà soltanto nel ‘99 col titolo, significativo, di “A hundred lies”) cadendo in un periodo di depressione e alcolismo in cui tira a campare. Decide di tornare in Carolina dove, spinto dalla passione per la sua arte, rimette in sesto se stesso e la sua carriera. Autoproduce una serie di dischi di ottima qualità tra cui “Another Wisdom” nel 2003, “I never heard you knocking” nel 2005 e “Not forgotten” nel 2006. Con “Gamblin’ House” (2007) riceve finalmente l’apprezzamento e l’attenzione della critica americana, con ottime recensioni su Rolling Stone, Wall Street Journal, Billboard Magazine, e partecipazioni ai più importanti programmi radio e tv americani. L’album rimane per ben 9 settimane nella Top 20 della American Music Association. Al FolkClub, con la sua chitarra suonata in un personalissimo fingerpicking, Holcombe presenta il suo ottavo disco “For The Mission Baby” (2009) che vede la partecipazione di artisti come Tim O’Brien, Mary Gauthier e Siobhan Maher. Il compimento ultimo di questa rinascita si può vedere e soprattutto sentire oggi nel suo ultimo lavoro “To Drink The Rain”, che vede anche la collaborazione di Dave Roe leggendario bassista dell’ultima formazione di Johnny Cash. “To Drink The Rain” è prodotto dall’amico di vecchia data Jared Tyler ed è stato registrato in tre giorni al Cedar Creek Recording studio di Austin con una band composta da membri texani e di Nashville, che lo ha aiutato nell’esprimere la sua particolare propensione verso il country blues, arricchendo una spesso ignorata tradizione di Americana. Rolling Stone lo elegge a uno dei personaggi più importanti del cantautorato americano di oggi e parla dell’ultimo album come un capolavoro del genere. Se ancora non lo avete visto live questo è ciò che dovete aspettarvi, una presenza sinistra e senza tempo come vedere Son House o Leadbelly, tutte le pietre emozionali verranno smosse.
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