Il villaggio di via Padova, i prati e i camion

Al di là della superstrada sul "confine" con Verghera c'è un pugno di case gallaratesi. Fa paura il progetto di un polo logistico, ma per ora ci si gode il verde e anche l'isolamento dalla città

La quarta puntata di "Cento metri di città"

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Il villaggio nel verde di Via Padova 4 di 17

Non chiedete a un gallaratese dov’è via Padova. In pochi lo saprebbero. Eppure esiste. Meglio: pochi saprebbero che quel pugno di vie oltre la superstrada, vicine alla periferia di Verghera, è ancora Gallarate. Unparadosso confinario. Persino per arrivarci bisogna affrontare una strada che sembra uno scherzo: per salire il ponte che supera la superstrada dopo il cimitero di Arnate – nella periferia Sud piatta come un tavolo da biliardo – c’è un tornante ripidissimo che sembra lo Stelvio di Fausto Coppi e Pantani. Villette e casette tutte diverse, cresciute un po’ disordinatamente, su un reticolo di strade circondato su tre lati dalla strada che si chiama via Padova. «Per anni ci siamo sentiti un po’ abbandonati, qui isolati come siamo» ci racconta Ida D’Angelo (nella foto), che è una gallaratese doc, attiva con la Pro Loco, e che è venuta ad abitare qui da dieci anni, nelle villette a schiera costruite sul lato più vicino a Verghera. «Ma col tempo la situazione è migliorata, hanno asfaltato, fatto anche un tronco di fognatura e risolto il problema del doppio senso verso il ponte, dove succedevano tanti piccoli incidenti». Il ponte è appunto l’unico passaggio possibile per andare verso Gallarate, in alternativa bisogna comunque attraversare la periferia di Verghera. Nelle case vivono tanti anziani: la zona è tranquillissima, nonostante la superstrada vicina,  le persone ci vengono a fare jogging, come fosse un parco; intorno ci sono boschetti e qualche orto, nei cortili vasche con i pesci rossi e nani da giardino. Quasi un paesino naif fermo agli anni Settanta. «Peccato per l’immondizia abbandonata dagli incivili nei boschi», dicono un po’ tutti i residenti. In compenso si sentono sicuri, visto che la polizia e i carabinieri passano di frequente in questa zona un po’ isolata.

C’è però un’ombra che incombe e preoccupa: il polo logistico, che secondo il Pgt dovrebbe sorgere sui prati e i boschetti sui due lati della frazione. «Sono circa tre anni che mi sto occupando della cosa», ci dice Marco Castoldi, che abitava qui e che nel villaggio di via Padova ha ancora i genitori. Ha raccolto firme e tempestato di mail e segnalazioni assessori e vicesindaco, presentato osservazioni al Pgt: il piano prevede due distinte zone, una più a ridosso di Verghera, l’altra (nella foto sotto) quasi incastonata all’incrocio tra viale Milano, la 336, la futura Pedemontana e la prevista nuova superstrada per Lonate Pozzolo. In ogni caso, logistica significa anche camion in movimento, un’ipotesi che darebbe fastidio a chiunque. «Sia chiaro: io non sono contro lo sviluppo, ma bisogna capire cosa costruire. Un costruttore aveva proposto di fare degli edifici residenziali: è stato detto che in quella zona non si può fare, perché è prevista la logistica. Ma chi abita già lì da decenni che fa? Non si pensa a come vivrà?». Qui piace il verde e la calma, ma anche lui riconosce che gli spazi vanno anche riqualificati: intorno ci sono vecchi depositi, spazi senza una funzione ben precisa. «Ma credo che fatta così sia sbagliata. Sarebbe stato interessante anche costruire una piccola cittadella per i lavoratori aeroportuali, visto che c’è già vocazione residenziale». Starebbe a breve distanza da due diverse uscite autostradali e sarebbe in linea con la "vocazione" prevista nel Pgt, una Gallarate a servizio di Expo e – ancora una volta – di Malpensa. «C’è un po’ di rassegnazione qui, forse anche per età di molti residenti. Molti dicono che alla fine i politici fanno quello che vogliono». Il problema è sentito da molti, anche da chi è arrivato più recentemente: «Io ho comprato casa qui perché volevo la tranquillità, per me è un bel problema», ci dice Roberta, mentre sistema il giardino.

Di certo non è un pezzo di territorio considerato centrale, a Gallarate. Le case di Gallarate non si vedono, mentre a due passi, letteralmente, c’è la periferia di Verghera. Ma voi vi sentite gallaratesi? «Certo che sì, anche se io prima ancora abitavo in una cascina isolata – ci dice un anziano – Andiamo a Gallarate, ma per alcuni servizi è molto più comoda Verghera. Per esempio per le poste». Certo non manca qualche problema: i pullman, tanto per dire, arrivano solo fino in fondo a via XXII marzo ad Arnate, davanti al cimitero. In linea d’aria poche decine di metri, ma in realtà bisogna salire sul ponte e affrontare il celebre tornante di cui si diceva. C’è, però, un servizio scolastico Amsc che la mattina porta i (pochissimi) studenti delle superiori fino a Gallarate, passando per Verghera. «Anche io ho fatto le scuole a Verghera, erano più vicine» ci dice anche Castoldi. Da allora ne son passati anni, ma via Padova è rimasta quasi identica, hanno costruito solo una fila di villette a schiera. Chissà come sarà tra dieci anni.

(La prossima puntata di "Cento metri di città" uscirà mercoledì 6 aprile)

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Pubblicato il 01 Aprile 2011
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