“La Fondazione deve vivere, ma via i vertici”

Il PdL chiede una commissione per discutere del futuro e di allontanare l'attuale dirigenza "tecnica e amministrativa". Il capogruppo Massimo Bossi: "Ridimensioniamo, ma tenendo la qualità".

Ora sono tutti di fronte al dilemma: cosa tagliare nelle attività della Fondazione? Dopo la decisione del sindaco sulla Fondazione – andare avanti e ridimensionare, le due parole chiave – il PdL chiede chiarezza sul futuro e una discussione aperta. «Bisogna capire cosa significa ridimensionare la stagione – dice il capogruppo Massimo Bossi -, servono scelte sugli spettacoli che garantiscano la continuità dell’esperienza maturata, fare meno spettacoli ma mantenendo la qualità». Evitare quindi che l’anno di basso profilo e bassa spesa chiesto da Guenzani diventi uno stop definitivo al progetto della Fondazione (che gestisce Teatro Condominio e Teatro del Popolo, nella foto sotto).

Il PdL chiede di fare il punto della situazione, per capire in che direzione andare, con un ragionamento complessivo: per questo si chiede di affrontare la questione in commissione cultura. Il PdL richiama tutti gli elementi, con un passaggio in particolare sulla necessità di "una approfondita riflessione sui costi eccessivi di personale, la cui assunzione era, ed è ancora, in capo al Direttore Gallina", nonché "sulla convenienza e l’arricchimento, in termini culturali, portato alla Città di Gallarate da alcune iniziative ideate e promosse dalla Fondazione, su cui l’Assessorato di riferimento aveva avviato verifiche". Nella richiesta di convocazione inoltre si parla anche della "opportuna e improcrastinabile netta discontinuità rispetto alla attuale dirigenza tecnica ed amministrativa quale primo passo per una riconduzione ad equità dell’assetto gestionale". Richiesta che toccherebbe anche i quadri intermedi, visto che il direttore Adriano Gallina è già cessato nel suo incarico.

Le magagne sarebbero, secondo il PdL, tutte nella gestione della Fondazione. «Il volante della Fondazione – dice ancora Bossi – ce l’aveva in mano il direttore: la responsabilità certo è condivisa, ma è chiaro chi prendeva le decisioni di gestione». L’ex vicesindaco non nasconde di essersi preoccupato per quanto emerso a gennaio 2011: «Inizialmente sapevo che c’era un problema, anche se sembrava più risolvibile e limitato, le risorse si sarebbero trovate: un conto è parlare di 350mila euro, un conto di 850mila (la cifra attuale emersa, al netto dei crediti, ndr)». Bossi dice di aver scoperto l’entità solo il 19 gennaio «dopo la segnalazione del revisore dei conti alla Provincia» e di aver attivato il gruppo di lavoro di 5 persone che ha analizzato i verbali e i bilanci: «era emerso allora che c’era quasi 1 milione e 200mila di debiti, nonostante la distribuzione di altre risorse dal Comune e da Amsc».

Debiti consistenti dunque: sul Polo culturale si è fatto un errore? «No, la Fondazione ha una sua importanza per la città, bisogna capire punti di debolezza e di forza, sapendo che la Fondazione deve andare avanti. Bisogna capire cosa significa ridimensionare la stagione, servono scelte sugli spettacoli che garantiscano la continuità, farne meno ma mantenendo la qualità». Cosa questo significhi realmente è ancora da chiarire. E il PdL chiede di farlo con una discussione aperta e non solo all’interno della giunta di governo della città.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Luglio 2011
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