Il documento dei sindaci in protesta

Pubblichiamo il documento elaborato dopo l'assemblea dei comuni consegnato in prefettura al ministro Roberto Maroni

Pubblichiamo di seguito il documento elaborato dopo l’assemblea dei comuni consegnato in prefettura al ministro Roberto Maroni.

L’ANCI ED I COMUNI ITALIANI RIUNTI A MILANO IL 29 AGOSTO 2011

Confermano
la propria disponibilità a partecipare al risanamento della finanza pubblica e del Paese per superare la crisi che si sta attraversando da anni, in proporzione al proprio peso all’interno della Pubblica Ammnistrazione

Chiedono
che al risanamento siano chiamati tutti i soggetti istituzionali e privati in base alle proprie capacità ed in base al deficit ed al debito prodotto da ogni comparto
una serrata lotta all’evasione fiscale sia per motivi di giustizia sociale sia per ampliare in modo stabile le entrate fiscali del Paese

Ricordano al Governo e al Paese
che ai Comuni le diverse manovre economiche di questi anni hanno imposto tagli e obiettivi di riduzione della spesa in alcun modo sostenibili
che i Comuni sono l’unico comparto della Pubblica Amministrazione ad avere realizzato tutti gli obiettivi di miglioramento loro dettati dalle diverse manovre economiche che si sono succedute negli anni, ad avere migliorato il proprio indebitamento mentre la Pubblica Amministrazione lo ha peggiorato
che i Comuni non solo hanno i propri bilanci in pareggio ma sono ormai in avanzo a causa delle regole imposte dal Patto di Stabilità Interno
che sui Comuni si scaricano sia gli effetti diretti dei tagli ai trasferimenti e degli obiettivi del Patto di Stabilità sia gli effetti indiretti dei tagli lineari ai ministeri e alle Regioni
Ribadiscono
che la conseguenza di queste misure è stata una diminuzione degli investimenti finora certificata intorno al 20% e si prevede un ulteriore calo del 20% aggravando così la crisi economica del Paese
che la riduzione del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e l’azzeramento del Fondo per la non Autosufficienza, combinato con le altre misure prima ricordate, si tradurrà in una riduzione dei servizi per la popolazione più debole della società
che i Comuni hanno già contribuito alla riduzione dei coti della politica con la riduzione del 20% dei Consigli Comunali, degli assessori, delle indennità di sindaci, assessori e consiglieri e con un taglio dei trasferimenti giustificati dalla riduzione di questi costi di gran lunga, anche più di 10 volte, superiore al risparmio effettivamente conseguito
Denunciano
che le misure previste nella manovra finanziaria per i Piccoli Comuni, a partire dalla soppressione dei Consigli e delle Giunte per i Comuni inferiori ai 1.000 abitanti, sono inaccettabili e pericolose oltre che inefficaci perché intervengono in modo confuso, contraddittorio, centralistico sul futuro istituzionale del Paese e sul suo tessuto democratico
che ancora una volta una norma contraddice quanto già espresso da altre norme precedentemente approvate con l’effetto di generare confusione ed incertezza continua

Ritengono inaccettabile
che si continui a legiferare con norme che invadono il campo dell’autonomia costituzionale dei Comuni per di più senza alcun disegno organico e di ampio respiro
l’entità dei tagli e degli obiettivi del Patto di Stabilità è circa 7 miliardi dal 2010 al 2013 pari alla metà dell’intero ammontare dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni pesando per il 18% della propria spesa
Sottolineano
che tale importo mette radicalmente in discussione la possibilità di realizzare il federalismo, sia istituzionale che fiscale, che per realizzarsi ha bisogno innanzitutto di certezza e stabilità di risorse
che il federalismo fiscale non può essere scaricare sui Comuni la responsabilità di aumentare tariffe e tasse per rimediare in parte ai tagli subiti
che la virtuosità dei Comuni deve essere considerata e premiata ma non scaricando un peso eccessivo sugli altri Enti  

Chiedono
lo stralcio delle norme contenute nella manovra economica riguardanti i piccoli Comuni e che venga rapidamente approvata la Carta delle Autonomie con un quadro coerente di compiti e funzioni dei diversi livelli istituzionali superando la attuale loro sovrapposizione che allunga i tempi di realizzazione, aumenta i costi e rende impossibile al cittadino individuare con chiarezza le responsabilità
che venga attivato da subito il percorso per il dimezzamento del numero dei Parlamentari e per la trasformazione dell’attuale Senato in Camera delle Autonomie
un percorso chiaro, coerente nel tempo e condiviso per sostenere e promuovere le gestioni associate tra piccoli Comuni per rispondere all’esigenza di adeguatezza dei livelli di governo per garantire qualità dei servizi e semplificazione amministrativa
una riforma delle Province a partire dalla istituzione della Città metropolitana e rendendo le Province enti di secondo livello espressione dei Comuni
la possibilità  di utilizzare i residui passivi, cioè risorse proprie dei Comuni, per pagare le imprese che hanno lavorato coi Comuni e dando ossigeno alla economia del Paese
visto il contributo già dato dai Comuni in termini di tagli e di raggiungimento degli obiettivi del Patto di stabilità determinati dalle scorse manovre, di azzerare i tagli previsti in 2,5 miliardi stabiliti dalla manovra del 2010 e il maggior contributo di 1,7 miliardi nel 2012 e di 2 miliardi nel 2013 del Patto di stabilità per permettere ai Comuni di effettuare investimenti e garantire coesione sociale
di eliminare quanto previsto dal DL 98/11 in cui viene dato mandato alle Corti dei Conti regionali di perseguire forme di elusione del Patto di Stabilità senza alcuna indicazione di regole e criteri per definire cosa sia elusione e producendo così confusione e diversità di giudizi e comportamenti con inevitabile incertezza e conseguente immobilismo amministrativo
di riconsiderare i criteri per definire la virtuosità dei Comuni in un confronto con l’ANCI per renderli condivisi e aderenti alla realtà
di rifinanziare integralmente il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e il Fondo per la non autosufficienza per salvaguardare servizi essenziali
di cancellare le norme che limitano l’assunzione di personale perche invadono l’autonomia organizzativa del Comune che deve rispettare il pareggio di bilancio e rispettare eventualmente ulteriori obiettivi
di cambiare radicalmente le norme relative ai servizi pubblici locali che non solo sono in contrasto con l’esito del referendum di giugno poiché impediscono di fatto ai Comuni la scelta dell’affidamento in house dei servizi pure riconosciuto dalla legislazione europea, ma provocherebbero anche una svendita del patrimonio di tutti senza alcuna garanzia sulla universalità e qualità dei servizi ai cittadini
di avviare un confronto con i Comuni per un percorso condiviso di premialità a forme di aggregazione industriale e di miglioramento della performance

Invitano
le forze sociali ed economiche, i cittadini a sostenere le ragioni dei Comuni e a costruire un “patto per lo sviluppo e la crescita”perché Comuni più forti significano diritti più forti per tutti, maggiori investimenti e più efficienza

I Comuni Italiani si riconoscono
nelle proposte di una diversa manovra economica avanzate da ANCI con gli emendamenti alla manovra presentati al Senato

Propongono
di mantenere, nel caso le nostre proposte non vengano considerate, ogni altra forma di protesta, valutando anche forme di disobbedienza istituzionale come l’interruzione di tutte le attività di servizio e collaborazione con lo Stato a cominciare da quelle relative alle funzioni di ufficiale di governo (anagrafe, stato civile, ordinanze urgenti, ecc.) e il possibile non rispetto del patto di stabilità.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Agosto 2011
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