Auguri alla mia scuola

Il dolce ricordo di un'ex alunna della Galileo Galilei di Avigno, inaugurata nel 1961. "Ci sono state le feste degli alberi e noi, in seconda, abbiamo piantato un alberello ciascuno. Ora i nostri alberi sono molto belli; il mio è a destra del viale"

La scuola Galilei e il suo giardino alberatoNel 1961 inizio la scuola in un edificio nuovo di zecca. Con qualche giorno di ritardo perché dovevano essere fatte le “prove di carico” e senza queste la scuola non poteva aprire.
Le mamme di Avigno andarono dal Provveditore agli studi e la scuola aprì. Avigno, il mio paesino(frazione di Varese), in pochi anni era diventato così grande da avere una scuola elementare! Mio papà era andato a scuola a Masnago e mia mamma a Milano alla Luigi Cappellini. Avigno era un piccolo grappolo di case raccolte intorno ad una corte e poi cascine sparse dai nomi buffi: la cà di Can, la cà di Ladar, la cà dul Labras, La Mericana, la cà di Mures…
Il Vellone scende da Velate creando angoli di frescura. C’era anche una cava abbandonata che aveva formato un laghetto e, più lontano – vicino allo Stadio – la pista di pattinaggio. In questa zona tranquilla e verde sono state costruite molte case e sono arrivate famiglie da ogni regione d’Italia. Persone simpatiche e piacevoli che hanno portato la loro cucina… come dimenticare la scoperta delle cime di rapa o della “pinza” triestina o dei dolcetti pugliesi? Leccornie sconosciute e molto, molto apprezzate… Sapori e profumi che mi distraggono ancora… Nel negozio di mia mamma si parlava in molti modi diversi e ci si capiva sempre!
Dunque 1961, apre la scuola elementare Galileo Galilei, la mia classe 1° era formata da una banda di 49 bambini capitanati da una maestra eroica. La signora Meinardi veniva da Masnago, piccola, con i capelli castani i suoi occhi vivaci e attenti non ci mollavano un attimo.
La scuola era grandissima e avevo paura ad uscire dalla classe nei corridoi lunghissimi e silenziosi: temevo di non ritrovare la mia classe. Il bidello, il sig. Pellegrini, era un po’ arcigno, passava con l’ampolla di vetro con il tappo di straccio a riempire i calamai e ci faceva le boccacce, per tornare subito serio.
Andavo sempre a scuola a piedi da sola, la via Saffi era una piccola strada senza rotonde e bastava attraversarla per arrivare nel prato davanti a scuola. Le poche macchine andavano piuttosto piano e le persone che andavano a lavorare alla Macchi pedalavano tranquille. Nel 1961 il giovedì era ancora festa a scuola e mi piaceva dormire quella mattina. Le foto ricordo sulla scalinata ci ritraggono con grembiulini e fiocco rosa per le femmine e blu per i maschi, la maestra con il grembiule nero con il colletto bianco. Tutti avevamo le nostre materie preferite e piano piano nascevano i nostri gusti. Studiavamo poesie a memoria, storia e geografia e intanto collezionavamo figurine e i problemi con vasche da bagno bucate e il tema “il mio compagno di banco” si susseguivano….
La palestra era così grande che ci intimoriva e stavamo, una volta tanto, riuniti e ogni parola rimbombava così a lungo da creare un rombo come di tuono.
Il giardino è cresciuto con noi, ci sono state le feste degli alberi e noi, in seconda, abbiamo piantato un alberello ciascuno; ora i nostri alberi sono molto belli; il mio è a destra del viale. Passo spesso davanti alla mia scuola e ogni volta c’è un nuovo ricordo.

Buon Compleanno Galileo Galilei!

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Settembre 2011
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