Missoni protagonista agli europei “per veterani”

Comincia il 10 settembre la competizione master, e lo stilista di Sumirago è il più anziano partecipante. Le sue specialità: peso, disco, giavellotto. Il racconto della sua storia sportiva

Ottavio MissoniOttavio Missoni, 90 anni compiuti lo scorso 11 febbraio, è il più anziano concorrente iscritto alla seconda edizione degli European Masters Games in programma a Lignano, in Friuli Venezia Giulia, dal 10 al 20 settembre. La rassegna sportiva a livello master è aperta agli over 30 iscritti alle singole federazioni sportive aderenti ai rispettivi comitati olimpici nazionali. Articolati su 20 sport, i Giochi Master di Lignano 2011 sono la seconda edizione assolutam, dopo quella del 2008 svoltasi a Malmoe, in Svezia.

Missoni, in passato pluricampione italiano di atletica leggera e nazionale azzurro alle Olimpiadi di Londra 1948 (sesto nei 400 ostacoli), parteciperà a tre delle quattro prove di lanci in programma, in particolare a peso, disco e giavellotto. «Non è la prima volta che partecipo ai campionati per veterani che chiamano “Master”, dedicati a chi era stato campione in gioventù. Io ho fatto la prima gara a 50 anni: ho scelto il salto in alto, e ho vinto il titolo italiano. Poi avevo dei problemi al ginocchio e così ho cambiato: mi sono messo a fare i lanci.  Recentemente ai campionati europei over 85, che però io preferisco definire “under 90”, mi sono piazzato secondo nel getto del peso e primo del giavellotto. Per carità, sono contento del piazzamento, ma l’ho ottenuto soprattutto grazie degli avversari, che erano molto più scarsi di me…. E in effetti ho vinto nel giavellotto, perché lì non c’era nessuno…  Però è una bella organizzazione sa? Da non credere: conta 10mila iscritti, 3500 donne, solo gli gli australiani sono in 123. Anche se ovviamente, man mano che sali con l’età gli avversari diminuiscono… agli europei precedenti avevo un contendente di 98 anni, viennese: ma più che gettare il peso, ha buttato la palla in avanti. Per l’amor del cielo, lo faccio anch’io: ma che sport è buttare una palla?».

Nell’intervista per i 90 anni che avevamo realizzato qualche tempo fa, avevamo affrontato ampiamente la straordinaria carriera sportiva dello stilista internazionale: «A tutt’oggi sono la più giovane maglia azzurra dell’atletica leggera. E’ ancora riportato nel guinness dei primati: ci sto come ci sta il giapponese che si è mangiato un pianoforte in tre ore… Comunque come atleta ero il terzo o quarto in Europa.  Nel 1939 a Vienna ho anche vinto il titolo mondiale studentesco- universitario. Poi ci hanno “rubato” nel 1940 e nel 1944 le olimpiadi: e forse, se ci fossero state, qualcosa avrei combinato… Invece ho fatto le ultime gare nel 1941. Poi sono andato a militare nel 1942 ritrovandomi in Africa. Ho fatto anche la famosa battaglia di El Alamein, dove mi hanno anche fatto prigioniero. Quando mi hanno preso ero da solo: credevo che dietro di me ci fossero i nostri, e invece c’erano già i neozelandesi. Sono stato quattro anni prigioniero in Egitto o, come uso dire io, "ospite di sua Maestà Britannica". Quando sono ritornato alla fine del ’46 in Italia, avevo addosso cinque anni in inattività sportiva e agonistica, e ho cercato di recuperare piano piano: niente caffè, niente latte, niente birra. E sono riuscito a guadagnarmi il titolo italiano del 1947 e nel 1948 e ad andare in finale alle olimpiadi di Londra, ripetendo più o meno i tempi di quando avevo smesso di gareggiare, prima della guerra. E’ una cosa abbastanza inusuale, sa?». 

Aveva davvero un talento, Missoni, nello sport: «Se tanto mi dà tanto, fossi stato alle olimpiadi del 1944 non dico che le avrei vinte ma almeno a medaglia ci sarei andato. Purtroppo lo dico così, tanto per parlare… Alle olimpiadi ho fatto i 400 ostacoli, che non era la mia specialità prima della guerra e non è una gara semplice. Anche correre non è semplice: ma è naturale, tant’è vero che il mio insegnante diceva sempre "Missoni, corri come se ti scappasse il tram" . Per la corsa a ostacoli invece bisogna imparare la tecnica, ci vuole un ritmo: non è semplice da ottenere, e quando sono andato alle Olimpiadi ero alla mia decima gara. Poco dopo, però, ho concluso la mia attività agonistica».
Per ritrovarsi protagonista, però, alla bella età di novant’anni.

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Pubblicato il 09 Settembre 2011
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