Azizou sogna di diventare un campione, alla faccia dei razzisti
Un giovane di poche parole ma con tanta voglia di dimostrare le sue qualità. Domenica è stato pesantemente insultato da un avversario ma lui guarda avanti: "Sto bene qui, ci vivo da quando avevo sette anni"
Azizou Zoumbare è un ragazzo semplice e di poche parole, ama il calcio e lo pratica da quando aveva 8-9 anni, ora ne ha 18 e sogna di giocare ad alti livelli. Di quello che è accaduto due domeniche fa non vuole parlare, vive in Italia da tanti anni dopo aver lasciato la sua terra, il Burkina Faso: «Sono arrivato qui quando avevo 7 anni, con tutta la mia famiglia e non ho mai subito un episodio di razzismo». Per la prima volta, domenica 9 ottobre al termine della partita tra la Castellanzese (dove milita) e l’Angera, un avversario lo ha fatto ripiombare indietro di 11 anni, a quando era un bambino e si è sentito straniero in una terra completamente diversa dalla sua.
«Sono molto integrato e ho una compagnia di coetanei a Busto con i quali esco tutti i giorni – ci racconta – frequento l’Itis Facchinetti e non mi era mai capitato che qualcuno mi offendesse per il colore della pelle. Solo tra i miei amici, qualche volta, è scappato qualche insulto ma con toni scherzosi. Sentirselo dire con rabbia e cattiveria cambia tutto». Azizou è arrivato alla Castellanzese quest’anno dopo aver militato nella squadra di Pogliano Milanese ed è stato accolto subito bene da tutta la squadra e dal mister Raza che gli dà fiducia. Per lui, dopo quella domenica, nulla è cambiato: non crede che gli italiani siano razzisti e l’episodio accadutogli lo derubrica a semplice incidente: «Ora devo attaccare – ci dice al telefono – i compagni mi aspettano per l’allenamento».
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