Il Sindaco corregge il ministro La Russa
Matteo Bianchi ha scritto al ministro della Difesa per contestare la biografia di Garibaldi pubblicata sul loro sito
A pochi giorni dall’atteso convegno sul Risorgimento intitolato "Risorgimento: riflessioni senza retorica" in programma domenica 6 novembre alle 16 presso la Sala Mazzucchelli di via XXVI agosto a Morazzone, il Sindaco Matteo Bianchi ha scritto al Ministro della Difesa Ignazio La Russa per puntualizzare alcune affermazioni, comparse sul sito del Ministero, sulle vicende morazzonesi di Giuseppe Garibaldi che non trovano un riscontro veritiero nella storia del paese.
LA LETTERA
Ill.mo Sig. Ministro On. La Russa, leggo con interesse una sezione del sito internet del Ministero della Difesa, denominata “approfondimenti della difesa” (www.difesa.it/content/pagine/150-garibaldi.aspx) in cui viene riportata una breve biografia di Giuseppe Garibaldi. Quest’ultimo, come si evince da tale approfondimento storico, passò da Morazzone, paese di cui attualmente sono orgogliosamente Sindaco. Senza nessuna vena polemica, ma con l’intento di contribuire ad un corretto approfondimento storico, le segnalo che la frase riportata sulla pagina internet suddetta non è propriamente, dal punto di vista storico, corretta (…i risultati arrivarono subito con le due vittorie sugli austriaci di Luino e di Morazzone…). Se di Luino non conosco la vicenda, su Morazzone posso contribuire con questi approfondimenti storici che spero possano esserLe utili:
a Morazzone, nel tardo pomeriggio del 26 agosto del 1848, ci fu una sparatoria tra una squadra di doganieri austriaci ed i garibaldini. Travestito da contadino, Garibaldi scappa dal paese nella notte e va in Svizzera, attraverso la Valganna e la Valcuvia. Nella fuga notturna, si fece “accompagnare” per i sentieri più impervi da uno spaventatissimo Don Bernardino Sala, parroco del paese, prelevato di forza dalla sua casa, dove i garibaldini sono stati sorpresi dagli austriaci mentre banchettavano con noci e vino rosso. Dopo lo scontro armato di Morazzone, i garibaldini rimasero solo in 60 uomini e alla frontiera elvetica si sono dimezzati. Per la cronaca, il povero Don Sala morirà di crepacuore senza mai essersi ripreso dallo spavento di quella notte. Garibaldi, in occasione dell’evento morazzonese dichiarò: “qui facevo le prime esperienze del poco affetto della gente della campagna per la causa nazionale. Sia per esser essa creatura e pasto di preti, sia per esser generalmente nemica dei propri padroni, che coll’invasione straniera, eran, per la maggior parte, obbligati ad emigrare, lasciando così i contadini ad ingrassare a loro spese” . Seguendo il rigore storico, Garibaldi scappò dal paese di Morazzone perché in difficoltà, sia a causa delle truppe Imperiali, sia perché trovò la popolazione locale ostile nei suoi confronti.
Non si trattò quindi di una vittoria sull’avamposto austriaco, ma di una fuga andata a buon fine grazie alla furbizia di Giuseppe Garibaldi. Convinto di aver fatto cosa gradita nel precisare questo avvenimento e nella speranza che tali precisazioni storiche trovino riscontro presso il sito internet del Ministero della Difesa, rispettosamente Le porgo i miei più cordiali saluti.
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