La Regione accentra il sociale. I Comuni temono di affondare

I 26 comuni del Piano di Zona di Cittiglio lanciano l'allarme: "Siamo a fine anno e non sappiamo ancora quanti fondi arriveranno per aiutare i più deboli"

Il welfare torna in capo alla RegioneNel 2000 veniva approvata una legge destinata a rivoluzionare il sistema sociale. A distanza di undici anni, quella legge sta per tramontare lasciando, però, sul terreno alcune vittime. Tra queste il Distretto socio sanitario di Cittiglio che si era impegnato a creare servizi di assistenza alla popolazione andando a individuare le necessità e provando a dare risposte. 
Oggi quella progettualità è messa a rischio dalle nuove direttive regionali che puntano sulla voucherizzazione del bisogno, centralizzando la cabina di regia.
Da qui il grido d’allarme dei 26 sindaci del distretto di Cittiglio che, nell’ultima assemblea, hanno approvato all’unanimità un documento con cui si chiedono certezze sul futuro della progettualità e dei finanziamenti dei Piani di Zona: « Un tempo i servizi alle fasce deboli della popolazione erano in capo all’Asl – spiegano il sindaco di Gavirate Felice Paronelli, il vicesindaco di Laveno Giancarlo De Bernardi e il presidente dell’Ispe Guido Calori – Stiamo assistendo a un progressivo svuotamento del dettato della legge 328 in termini finanziari anche se la risposta ai problemi rimane in capo ai comuni».
L’allarme, già lanciato lo scorso anno e parzialmente attenuato con un finanziamento extra deciso dalla Regione, si ripropone quest’anno con un’aggravante: « Ad oggi non sappiamo ancora quali saranno i fondi per le politiche 2012-2014. Manca un mese e non ci dicono se saremo in grado di portare avanti servizi per i quali sta lavorando personale con contratto in scadenza a fine anno. Cosa dobbiamo fare? Rinnoviamo i contratti? Cambiamo politiche?».
Il Distretto di Cittiglio si trova attualmente solo in questa battaglia di competenze: « Se vogliono togliere la delega al territorio , l’Asl si riprenda in carico tutti i servizi che gestiva prima del 2000: dai minori, all’accompagnamento al lavoro, al sostegno, agli anziani».

Le linee di indirizzo approvate in Regione prevedono la centralità della programmazione con un importante contenimento del ruolo dei Comuni. Le risorse, fino a oggi riservate ai Piani di Zona, saranno accessibili attraverso il meccanismo delle doti e delle sperimentazioni locali, valutate e finanziate dalla Regione stessa: « A noi non piace il sistema della sperimentazione perchè non dà continuità. Il progetto regionale di assistenza agli anziani in difficoltà acuta ci potrebbe sollevare da alcune criticità e saremmo più liberi di occuparci dei casi meno gravi. Ma se poi la sperimentazione dovrebbe esaurirsi? Che facciamo? Gli anziani tornerebbero a bussare al Comune ma noi non avremmo più risorse…».

La richiesta potrebbe suonare come il tentativo di mantenere la regia del territorio per motivi di potere: « Non è assolutamente così. Se si vuole riaccentrare le politiche di welfare benissimo. Ma ci sollevino dalle problematiche del disagio e della fragilità. Oggi si riversano sui comuni tutti i problemi ma non si danno i fondi. E se nei comuni grandi la gestione potrebbe anche realizzarsi con qualche sacrificio, nelle realtà piccole come le nostre, in un territorio privo di servizi come questo è veramente impossibile gestire il sociale senza fondi».

I rappresnetanti del Piano di Zona di Cittiglio busseranno a tutte le porte politiche e istituzionali per farsi ascoltare. Ma il tempo stringe. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Novembre 2011
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