Le pmi per crescere devono guardare oltreconfine

Una tavola rotonda a Villa Panza con esperti, tecnici e imprenditori per discutere di imprese e competitività

Internazionalizzarsi e innovare. Questo devono fare le piccole-medie imprese (pmi), se vogliono crescere in competitività, soprattutto in tempi di crisi. Messa in questi termini la formula sembra semplice. Il problema, però, è come farlo e soprattutto come orientarsi nel mare di informazioni e “ricette” preconfezionate che vengono servite agli imprenditori.

La tavola rotonda, organizzata da PwC e Studio Legale e Tributario, che si è tenuta mercoledì 30 novembre a Villa Panza di Biumo Superiore, è partita invece dal dialogo e dallo scambio di opinioni ed esperienze con tecnici, esperti e imprese sul tema della pianificazione e del finanziamento delle opportunità di sviluppo oltreconfine. Al tavolo di discussione erano presenti una trentina di aziende, eccellenze del Varesotto e dell’Altomilanese, di varie dimensioni e appartenenti a settori diversi (gomma-plastica, alimentare, tessile, informatico).
«Tutte queste imprese – spiega Fabio Mentasti, dello Studio Legale e Tributario – hanno uno sguardo molto attento agli sviluppi del mercato internazionale. Alcune hanno già operato in tal senso e hanno implementato e strutturato proprie organizzazioni all’estero, sia in ambito produttivo che commerciale. Altre si stanno affacciando ai mercati internazionali in questo momento».

Sono, dunque, due le frontiere del capitalismo italiano: una alta, che da tempo sta affacciata alla finestra del mondo; e una bassa, che a quella finestra si è affacciata solo ora e che, se non opportunamente orientata, rischia di precipitare. Inoltre, quando si parla di imprese italiane ci si riferisce per lo più a una galassia di imprese familiari, termine quest’ultimo che puo’ essere fuorviante se lo si riduce al concetto di piccolo e locale. La Tecniplast (una delle due case history presentate a Villa Panza) della famiglia Bernardini ne è un esempio: seconda generazione in azienda, 600 dipendenti, cuore, mente e produzione a Buguggiate, un secondo sito produttivo negli Stati Uniti, una presenza sui mercati internazionali con l’ulteriore obiettivo di «estendere il modello ai Bric (Brasile, Russia, India e Cina ndr)», per usare le parole di Pietro Bernardini.

Per chi guarda ai mercati esteri diventa fondamentale il tema della governance e della pianificazione del business per agevolare il contatto con i finanziatori, come sottolineato da Marco Tanzi e Giorgio Elefante di Pwc. E Marcello Sala, vicepresidente esecutivo del consiglio di gestione di Intesa-San Paolo, ha spiegato come finanziare i piani di internazionalizzazione delle pmi.

Sviluppare il proprio business all’estero e cercare nuovi mercati significa anche affrontare aspetti fiscali differenti – con i conseguenti problemi e opportunità -, tema affrontato da Roberto Spotti, partner dello Studio Legale Tributario.

Il mercato premia chi innova, come dimostra il successo di Nau (la seconda case history), azienda di Castiglione Olona specializzata nell’occhialeria di nicchia, che, in piena crisi, continua a crescere. Questa interessante start-up, guidata da Fabrizio Brogi, è ancora un «Davide in mezzo ai Golia», ma guarda con insistenza al mercato europeo per le proprie prospettive di crescita.

«Questo incontro – conclude Carlo Rossi di Pwc – vuole essere il primo di una serie sul tema della ricerca della competitività. Sono momenti di discussione e di confronto sulle sfide di business che le piccole e medie aziende familiari devono affrontare oggi per continuare ad essere vincenti».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Novembre 2011
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