“Psicologi si diventa, occhio ai millantatori”
Da qualche settimana attiva a Varese la sede dell’Associazione psicologi lombardi. Un punto per saperne di più ma per difendere la professione
Chiedere sempre dove il professionista si è laureato, a che ordine è iscritto e diffidare dalle giustificazioni posticce. Come comportarsi di fronte allo psicologo, se si hanno dubbi circa la professionalità? Lo spiega Roberto Gavin, presidente dell’associazione Psicologi Lombardia (APL) di Varese che lo scorso ottobre ha aperto i battenti con una sede nella città giardino.
«L’obiettivo – spiega Gavin, – è quello di offrire tutte le informazioni possibili a quanti si rivolgono ad uno psicologo, dal momento che sempre più persone si spacciano per tali, senza averne titolo».
I rischi di un trattamento prestato da chi si spaccia per psicologo, sono alti: non solo perché il paziente viene curato senza alcun fondamento scientifico, ma anche per via di una serie di dati personalissimi che riguardano il rapporto medico-paziente.
Per diventare psicologo è prevista una lunga formazione teorica e pratica: in base alla legge 56/89 è richiesta la laurea quinquennale in Psicologia, seguita dall’esame di Stato e dalla scuola quadriennale di specializzazione post universitaria per essere abilitati psicoterapeuti. Inoltre va aggiunto il periodo dei tirocini.
Un consiglio utile, rivolto a tutti, è quello di chiedere sempre al proprio psicologo dove ha studiato, in quale università ha conseguito la laurea e a che Ordine degli Psicologi (o dei medici nella categoria degli psicologi clinici, psicoterapeuti o psichiatri) è iscritto.
Per info: info@psicologilombardia.it /www.psicologilombardia.it oppure 0332-1692640
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