Per aprire un’impresa negli Usa servono 5 minuti

Tal Fogel e Barbara Gorlini sono due aspiranti imprenditrici che partecipano al bando Start, per la nuova imprenditorialità in Lombardia. La prima ha lasciato gli Usa molti anni fa, la seconda non lascerebbe mai l'Italia

Tal Fogel è in prima fila. E’ venuta a Malpensafiere per ascoltare la presentazione
del progetto Start, un bando per l’avvio di nuove imprese in Lombardia. In un italiano quasi perfetto, chiede se «tutti i settori sono ammessi», perché lei un’idea di business ce l’ha già: nel campo della moda. Ha lavorato fino a luglio a Milano in un’agenzia di comunicazione, ma adesso vuole cambiare vita e assecondare la sua vena creativa.
Per un’americana, però, le cose incomprensibili del sistema italiano sono tante, forse troppe. «Gli Stati Uniti – spiega Tal – sono ancora il Paese delle grandi opportunità, perché in cinque minuti apri un’attività. Non solo, ma, a differenza dell’Italia, non hai bisogno di grandi capitali. Invece qui se non hai i soldi non parti. Ad esempio, questo bando non ti anticipa il finanziamento di cui hai bisogno nella fase di avvio, ma ti rimborsa una parte delle spese che hai già pagato».
Insomma, amare l’Italia è più facile che comprenderla. Tal, che ha 37 anni e ha studiato moda all’istituto Marangoni di Milano, si è trasferita a vivere con il marito a Gallarate perché la metropoli lombarda era diventata troppo stressante. La vita di provincia non l’ha delusa, anzi, per certi versi si è rivelata altrettanto stimolante. «E’ sufficiente camminare per il centro di Busto Arsizio – continua l’aspirante imprenditrice – per capire che qui ci sono molte possibilità di business. Ciò che frena, è il sistema disincentivante. E non mi riferisco genericamente alla burocrazia. Sento spesso le persone lamentarsi che non hanno soldi e magari hanno delle case sfitte o invendute perché si rifiutano di abbassare il prezzo. Da noi sarebbe incomprensibile ».
Barbara Gorlini ha molte cose in comune con Tal, non solo l’età. Conosce bene le due lingue più parlate al mondo, ovvero l’inglese e lo spagnolo. Ha lavorato in una società di comunicazione a Milano e ha scelto di tornare in provincia, a Sesto Calende. Non si sognerebbe mai di trasferirsi all’estero, anche quando quel consiglio arriva dal padre. «Io amo l’Italia e voglio fare impresa nel mio paese» dice l’aspirante imprenditrice. Una dichiarazione che, al di là della vena patriottica, rivela la convinzione che quelle «opportunità», di cui parla la sua collega americana, sono percepite come reali. «Ho in mente un progetto – conclude Barbara – da sviluppare con un amico informatico, anch’egli pronto per un’avventura imprenditoriale. Il cuore del business che vorremmo sviluppare è rappresentato dalla comunicazione etica, utilizzando i social-media. Se si asseconda il cambiamento in atto nella società e nell’economia, sono convinta che si possono trovare nuovi spazi anche in Italia».

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 14 Dicembre 2011
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.