E dopo il falò, animali e palloncini
Non c'è solo il falò nella tradizione della festa patronale di Sant'Antonio. Nel giorno della festa, il 17, c'è il rito della benedizione degli animali, e anche una tradizione che ormai ha 15 anni: il lancio di palloncini
Non c’è solo il falò nella tradizione della festa patronale di Sant’Antonio. Nel giorno della festa, il 17, c’è infatti anche il rito della benedizione degli animali e il lancio di palloncini.
Nel giorno della festa di Sant’Antonio, martedì 17, alle 11.30, i bambini delle scuole elementari di Varese si ritroveranno così in piazza della Motta per il rituale lancio dei palloncini.
E’ una tradizione inaugurata più di quindici anni orsono, che vede i bambini in prima linea nello scrivere su piccoli biglietti appesi ai palloncini i loro messaggi di pace, fratellanza e speranza per l’anno nuovo. Saranno circa mille i palloncini che verrano lanciati nell’edizione 2011.
Negli anni passati alcuni di questi palloncini, spinti da venti propizi, hanno viaggiato per centinaia di chilometri, superando muri e frontiere. Ne sono stati ritrovati a Strasburgo, nel Baden-Württemberg e in Yugoslavia. La maggior parte vola verso le valli bergamasche e bresciane, il Ticino e le valli di Sondrio. Sono in molti, una volta ritrovato il piccolo biglietto, a scrivere in risposta, da pastori sull’alpeggio con le loro pecore a interi oratori in gita in montagna, a nonni e nipoti.
L’iniziativa, che gli scorsi anni ha riscosso notevole successo, è aperta a tutti i varesini, che potranno ritirare il palloncino presso l’oratorio di San Vittore, in via San Francesco, dalle ore 11.
Il lancio sarà preceduto, alle ore 10.30, dalla Messa celebrata dal Prevosto Don Gilberto Donnini, e dalla consueta benedizione degli animali. E’, questa, una consuetudine molto amata dai varesini, che portano i loro animali a benedire. Non molti anni fa il Prevosto tenne "a battesimo" una tigre, nata tre giorni prima nel circo che in quel momento sostava a Varese. E quasi ogni anno agricoltori ed allevatori portano il loro bestiame.
Sant’Antonio è considerato il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del santo. La tradizione deriva dal fatto che l’ordine degli Antoniani aveva ottenuto il permesso di allevare maiali all’interno dei centri abitati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di Sant’Antonio. I maiali erano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese con al collo una campanella.
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