Whirlpool, incentivi fino a 50 mila euro per chi se ne va

Sindacati e azienda in un solo incontro trovano l'accordo per le "buonuscite" ai lavoratori che lasciano la multinazionale. Il meccanismo è a scalare: più si ritarda nella decisione di uscire, più l’incentivo si assottiglia

Erano previsti due incontri per decidere sugli incentivi economici per “accelerare” l’uscita (licenziamento) dei 495 lavoratori della Whirlpool. L’accordo definitivo è stato raggiunto già nel primo incontro nella giornata di ieri, giovedì 12 gennaio.
Per chi non verrà accompagnato alla pensione, perché ancora troppo distante da quel traguardo (oltre i 6 anni), Fim, Fiom e Uilm e i vertici della multinazionale americana hanno individuato vari livelli di incentivi a seconda delle condizioni di uscita: si va da un minimo di 5.200 euro a un massimo di 50 mila euro.
Per tutti c’è una variabile che è data dal tempo di adesione all’uscita volontaria: se il lavoratore decide di andarsene entro il 31 dicembre 2012 le cifre sono quelle massime. Se invece la decisione verrà presa dopo quella data, ma entro il primo semestre del 2013, allora l’incentivo verrà diminuito del 25%. Taglio che arriverà al 50%, se il lavoratore decide di andarsene nel secondo semestre del 2013. Il meccanismo, dunque, è a scalare: più si ritarda nella decisione di uscire, più l’incentivo si assottiglia.
Per gli operai che sfrutteranno al massimo gli ammortizzatori sociali per arrivare alla pensione ci sarà la cifra fissa di 5.200 euro, mentre per gli impiegati 18 mensilità nette. Ad esempio, se a un lavoratore mancano ancora 5 anni per andare in pensione, avrà due anni di contratti di solidarietà, tre anni di mobilità a cui si aggiunge il preavviso. Se, invece, sono 6 gli anni mancanti alla pensione, l’azienda monetizzerà l’anno in più. «Una modalità così ampia di incentivo all’esodo – spiega Stefania Filetti, segretario della Fiom-Cgil – è una costruzione positiva perché dà più risposte a condizioni molto diverse tra loro. L’esperienza mi ha insegnato che le soluzioni uniche, spesso sono inique. Da settimana prossima si darà il via al percorso democratico dell’accordo che verrà sottoposto al voto dei lavoratori che dovranno validarlo».
Dopo l’annuncio choc fatto da Whirlpool nell’ottobre scorso, le tappe della trattativa tra le parti sociali hanno subìto una forte accelerazione. Il piano industriale prevede anche una seconda fase che riguarda gli investimenti per gli stabilimenti di Cassinetta e per il sito di Comerio, confermato centro strategico della multinazionale. «C’è ancora da lavorare – sottolinea Mario Ballante, segretario della Fim-Cisl – per rendere effettive le garanzie dell’accordo anche per chi rimane. Perciò l’altra parte della sfida è l’efficienza e la competitività dell’azienda, precondizioni essenziali per rendere effettive le tutele previste sulla carta. Non basta fare i piani industriali, bisogna poi realizzarli».
L’accordo raggiunto in modo unitario e in tempi veloci è anche un segnale della buona salute delle relazioni industriali e sindacali sul territorio. «E’ un buon accordo – commenta un soddisfatto Antonio Scozzafava, segretario della Uilm– perché si tratta di cifre importanti che in tempi di crisi non era semplice recuperare e di questo ne va dato atto all’azienda. Gli incentivi accelerano il processo di ristrutturazione, ma ci sono anche gli investimenti previsti dal piano per noi altrettanto importanti, perché ciò che deve stare a cuore al sindacato è la salvaguardia dell’occupazione».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Gennaio 2012
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