Merletti: “Riforma del lavoro senza gravare sulle Pmi”

La richiesta del presidente di Confartigianato Varese in occasione dell’incontro di Rete Imprese Italia, previsto per il 2 febbraio, con il Ministro del Lavoro

Il ministro del Lavoro Elsa Fornero (foto a sinistra) incontrerà domani – giovedì 2 febbraio – Rete Imprese Italia, sindacati e Confindustria per  affrontare la riforma del mercato del lavoro. Rete Imprese Italia interessa circa cinque milioni di micro e piccoli imprenditori: dagli artigiani ai commercianti.  E solo la piccola impresa rappresenta circa il 90% del tessuto imprenditoriale italiano.  «Condividiamo, con il Governo Monti – spiega Giorgio Merletti presidente di Comfartiginato Imprese Varese e vicepresidente di Confartigianato nazionale – la preoccupazione di ragionare su una riforma del lavoro che possa aumentare l’occupazione ed offrire alcune certezze in tema di crescita e sviluppo. Ma ci auguriamo che la riforma non vada ad incidere ulteriormente sulla micro e piccola realtà imprenditoriale, già abbondantemente colpita dalla crisi economica. Ci auguriamo, insomma, che eventuali scelte non si rivelino un ulteriore aggravio per le micro e piccole imprese».
I consistenti, ultimi aumenti di contributi, dell’Iva e delle accise rendono la situazione più complicata. Le aziende del terziario, dell’artigianato e dell’impresa diffusa, che coprono il 54% del totale dell’occupazione nel settore privato, non possono quindi sopportare ulteriori incrementi del costo del lavoro, che nel nostro Paese continua ad essere eccessivo. «Uguale dignità tra microimprenditori e grande industria – continua Merletti -. Uguale trattamento, senza favori di ogni sorta. Uguale attenzione nel mettere in campo misure che taglino il costo del lavoro e il peso fiscale. Uguale impegno nel dare vantaggi e/o agevolazioni a tutti gli attori che contribuiscono all’economia del nostro Paese. E valutazione attenta nel considerare coloro che sino ad oggi hanno resistito. I soli che hanno mantenuto e incrementato l’occupazione, hanno dato fondo al proprio patrimonio familiare senza pesare sul sistema Italia».
Il tema degli ammortizzatori sociali è sicuramente un nodo da sciogliere: le misure di sostegno al reddito collegate alle sospensioni dal lavoro devono essere distinte per settore produttivo e per tipologie di impresa con il realismo applicato finora nelle intese tra le parti sociali. Questo può essere il momento giusto per realizzare una piena valorizzazione del sistema degli enti bilaterali  che sino ad oggi ha dato ottimi risultati attraverso il diretto contributo dei piccoli imprenditori senza gravare sulla fiscalità generale. La Cassa integrazione è prerogativa della grande industria e non di quella micro o piccola. Strumento che non sempre si rivela necessario e che alcune volte si utilizza solo per abbattere i costi industriali. «Ricordiamo al ministro Fornero – dice il presidente Confartigianato – che i piccoli imprenditori debbono essere considerati nelle scelte del Governo. Ridurre i costi e le incertezze sulle piccole imprese è fondamentale, perché non si può pesare ulteriormente sulla loro competitività. Ridurre la flessibilità in entrata e in uscita dal mercato del lavoro penalizzerebbe le Pmi; prevedere per il contratto a termine un costo maggiorato rispetto agli altri contratti inciderebbe negativamente, soprattutto, sull’imprenditoria diffusa che, per sua natura, ha carichi di lavoro altalenanti. D’altro canto, il contratto di apprendistato continua a essere il canale più efficace a garantire buona occupazione per i giovani con prospettive di stabilizzazione. Per favorire ulteriormente l’occupazione di giovani e di donne occorrerà, invece, rendere più fluido il mercato del lavoro, favorire migliori occasioni di incontro tra domanda e offerta, riformando radicalmente i servizi per l’impiego».

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Pubblicato il 01 Febbraio 2012
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