I tedeschi non licenziano facilmente

Secondo i dati dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), la Germania ha la disciplina più rigida in materia di licenziamenti e l’Italia un tasso di rigidità in uscita tra i più bassi d’Europa

Secondo i dati dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), la Germania ha la disciplina più rigida in materia di licenziamenti, e l’Italia ha un tasso di rigidità in uscita tra i più bassi d’Europa. Questo vuol dire che la normativa italiana sui licenziamenti è già parecchio flessibile, nonostante l’articolo 18. Un professore associato di Diritto del lavoro all’Università di Siena, Giovanni Orlandini, ha osservato le politiche economiche messe in atto dal Governo Monti, e esprime attraverso il settimanale "RS" (Rassegna sindacale) questo giudizio: «Se l’obiettivo è rendere l’Italia terra di localizzazione di multinazionali con la testa in paesi economicamente (e socialmente) più avanzati del nostro, abbiamo in mente una ricetta per la crescita che s’ispira più alla Cina che alla Germania».

Ma è davvero così? L’Italia somiglia un po’ di più alla Cina, con i nuovi provvedimenti inseriti nel disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro? Secondo la segretaria della Cgil regionale, Fulvia Colombini, no. Ma nella riforma del mercato del lavoro italiano, c’entra comunque qualcos’altro: «La Cina è uno dei paesi emergenti che negli ultimi 10 anni ha avuto una crescita costante del Pil; i lavoratori sono poco tutelati, ma il sistema dello stato sociale è abbastanza forte e fornisce i servizi essenziali. La crescita del lavoro dipendente e l’aumento dei salari potrebbe determinare la richiesta da parte dei lavoratori di maggiori tutele e garanzie, che poi è quello che noi auspichiamo».
Si parla di globalizzazione, e del fatto che bisognerebbe cercare un equilibrio di omogeneità: «Fino a quando il capitale godrà di condizioni così diverse tra un paese e l’altro, si cercherà di investire dove il suo investimento può essere remunerato di più». E a proposito dell’Italia, specifica: «Mi sembra che Monti segua le politiche della Destra europea, anche perché, non dimentichiamolo, in questi anni l’Europa è stata dominata da governi di centro-destra. Le politiche attuate per uscire dalla crisi hanno previsto il rigore, le tasse, il taglio dei consumi. Solo per cercare di garantire ancora una remunerazione al capitale, ma io tutto questo lo vedo inefficace».
Il confronto, pertanto, è da determinare tra Europa e America. «Per la ripresa economica, Obama, – dice la Colombini – ha aumentato il debito pubblico in America, mentre in Europa c’è un’attenzione maniacale a proposito della riduzione del fabbisogno pubblico, a cui si aggiunge una riduzione dei diritti dei lavoratori. Ma credo che il modello europeo sia inefficace, perché le sue politiche non stanno rimettendo in moto un auspicabile sviluppo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Aprile 2012
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