Formazione professionale: la pagella non brilla

Presentato dalla Provincia il terzo rapporto sui percorsi di formazione professionale. Un settore che, pur garantendo una preparazione pratica elevata, sconta alcuni limiti

Il corso di florovivaismoLo stato di salute della formazione professionale in provincia di Varese è discreto. Dai dati contenuti nel terzo rapporto diffuso dalla Provincia di Varese emerge un quadro in charo scuro: nonostante il canale permetta una professionalizzazione maggiore, il sistema è penalizzato da una reputazione ancora scarsa e da una carenza di fondi che rende precaria gran parte dell’organizzazione (didattica e del personale).
 
Gli allievi arrivati in fondo al percorso triennale 2008-2011 sono stati 886 rispetto ai 1158 iscritti al primo anno. Un calo che va letto, però, tenendo conto sia dei ritiri ( 8,8% alla fine del primo anno e 4,9% al secondo) sia degli inserimenti lavorativi (54 casi) sia dell’inserimento di nuovi studenti arrivati da altri percorsi.
I voti ottenuti all’esame di qualifica non sono stati esaltanti, soprattutto nelle prove di cultura generale ( matematica, italiano e inglese), ciononostante, i risultati in termini di occupazione sono indubbiamente più lusinghieri rispetto ad altri canali formativi: il 37% dei neo qualificati del settore meccanico, per esempio, ha trovato un’occupazione pur in tempi di grave crisi. 
 
Il percorso formativo regionale, quindi, potrebbe avere ottime potenzialità, soprattutto grazie alla maggior ricchezza di laboratori e di quantità di ore passate ad apprendere la tecnica rispetto alla teoria. Ciò che ancora penalizza il sistema, però, è la considerazione che ne hanno i giovani: il 90% della sua popolazione è formata da studenti con storie di fallimenti alle spalle, ragazzi con disabilità o alunni stranieri, tutte categorie considerate più fragili nel sistema educativo. A questo dato, si aggiunge la precarietà diffusa del corpo docente a causa di una carenza di fondi che non permette alle scuole di stabilizzare i propri dipendenti e creare, così, equipe che progettano e organizzano il percorso formativo: « Eppure – commenta l’assessore all’Istruzione e Formazione professionale Alessandro Bonfanti –  è da sottolineare la preparazione e la passione che i docenti mettono nella loro professione. I ragazzi escono con una preparazione apprezzata perchè sono in grado di "fare"». 
 
In provincia di Varese sono 20 le scuole che fanno formazione professionale per un totale di 52 gruppi classe divisi in 21 diversi profili di qualifiche in 11 aree professionali. I lavori più gettonati tra i ragazzi sono nei campi dell’acconciature, dell’estetista, dell’alimentazione, della ristorazione e della meccanica. I percorsi della durata triennale prevedono 990 ore di formazione all’anno con il 40-50% destinato all’area tecnica professionale scelta.  Al secondo e al terzo anno sono previsti stage in azienda. 
 
Dallo scorso anno, il percorso va oltre la qualifica con un quarto e anche un quinto anno ( da quest’anno): le iscrizioni sono ancora basse (10%) perchè sono di recente introduzione e non hanno ancora una collocazione precisa, forse anche a causa dell’eccessiva enfatizzazione delle competenze raggiungibili, a volte sovrastimate rispetto all’ambito lavorativo a cui i ragazzi possono ambire una volta inseriti in azienda. 
A livello di singolo ente, inoltre, si può dire che ogni gruppo classe ha una storia a sé. Colpisce, però, il calo di iscritti registrato al CFP di Luino dove il corso di falegname ha subito una decisa battuta d’arresto. Un risultato deludente per un’offerta che, pur di nicchia, ha comunque un suo valore sociale. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Maggio 2012
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