Il telefono amico diventa quarantenne e celebra il potere dell’ascolto
Il Telefono Amico di Varese celebra sabato 19 i suoi 40 anni di attività con un convegno dall’esplicito titolo “Ascoltami!”, che vuole riflettere sul bisogno e sulla capacità di ascoltare delle persone
Lavorano nell’anonimato da quarant’anni, e da quarant’anni danno sollievo a chi non ha proprio nessuno a cui rivolgersi, per i piccoli sfoghi quotidiani come per i grandi drammi. La loro caratteristica è sapere ascoltare senza giudicare e senza nemmeno conoscere chi hanno dall’altro capo del filo: una qualità su cui è importante riflettere, specialmente in questi tempi tesi, dove ognuno è concentrato solo sulle proprie difficoltà.
Per questo il Telefono Amico di Varese ha deciso di celebrare i suoi 40 anni di attività (l’associazione è nata nel 1972) con un convegno dall’esplicito titolo “Ascoltami!” che vuole riflettere sul bisogno di ascolto e sulla capacità di ascoltare delle persone. Un bisogno che è trasversale, non conosce crisi e non viene influenzato da essa. La solitudine infatti non ha età e non dipende dall’andamento economico. «Una delle più grandi domande è infatti: perchè nei paesi più ricchi la percentuale di disagio psicologico è più alta? Non è il benessere, evidentemente, il fattore che ci rende meno disperati – spiega Vincenzo Marino, direttore del dipartimento dipendenze dell’Asl di Varese e relatore al convegno che si svolgerà sabato 19 nella sala convegni della Provincia – Con il benessere si sono evidentemente persi alcuni valori e alcune modalità relazionali che ci fanno sentire meno soli».
L’attività del telefono amico è cominciata nei primi del ‘900 in America e nei primi anni settanta a Varese con lo stesso scopo, quello della prevenzione dei suicidi: «Ma la tipologia delle persone che telefono prevede solo occasionalmente di avere a che fare con qualcuno che minaccia di togliersi la vita – spiega Marco Petino, presidente dell’associazione da quattro anni e volontario dal oltre 10 – Molto più spesso capita che chiamino per dire qualcosa che loro preme ma che non possono dire a nessuno. magari semplicemente che hanno litigato con il vicino. Una piccola cosa, ma che non riescono a mettere in comune con nessuno».
Impossibilitati per statuto a risolvere attivamente i problemi di chi chiama, in realtà i volontari del telefono amico fanno un’opera fondamentale per la salute mentale umana e per ridare speranza alle persone. A volte infatti basta solo l’ascolto per rivedere i problemi in una chiave diversa: «Tante volte ci dicono: vede, lei mi capisce – spiega uno dei 20 volontari varesini, tenuti all’anonimato come sono protetti dall’anonimato tutti coloro che li chiamano – e questo basta per farli sentire meglio».
L’incontro di sabato mattina, 19 maggio 2012, che si svolgerà a villa Recalcati, analizzerà e racconterà, attraverso testimonianze delle associazioni coinvolte, le varie sfaccettature del “volontariato dell’ascolto”: coinvolgendo Avo, Auser, sportello scuola e volontariato. Attraverso persone di tutte le età – dai ragazzi del liceo Manzoni a chi è coinvolto in questa attività da 40 anni come il fondatore del telefono amico varesino Giosuè Regazzoni – che si rivolgono a persone di tutte le età: dagli adolescenti agli anziani.
«Saper ascoltare, come funzione preponderante, è una dote fondamentale» ha sottolineato il direttore dell’asl varesina Johnny Daverio. «E dal convegno speriamo arrivi una nuova generazione di impegno» ha sottolineato invece l’assessore provinciale Christian Campiotti.
Il telefono amico varesino, che da qualche anno si è legato alla rete nazionale che assicura ascolto 24 ore su 24 (Il telefono è 02.99777) ha infatti molto da fare: i venti volontari locali rispondono a oltre 4500 delle 80000 telefonate che il servizio riceve ogni anno. Un primo sollievo importante «Per gli oltre 6 milioni di italiani che soffrono di depressione, di cui 2 sue 5 sono donne – come ha spiegato Vincenzo Marino – un numero importante, che incide anche sul numero dei suicidi. Dove Varese è tristemente sopra la media, con 200 tra suicidi e tentativi di suicidio in un anno».
L’incontro, che avrà inizio alle 9.00, avrà anche momenti più leggeri: come l’intrattenimento del gruppo musicale “i fiati del Manzoni” e il buffet finale per tutti offerto dalla Provincia.
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