Studenti in viaggio verso Palermo. “Siamo la scintilla del cambiamento”

Una delegazione di studenti dell’ITC Tosi e del Collegio Rotondi si sta recando a Palermo per il ventennale della strage di Capaci. “Siamo noi che possiamo fare la differenza”, dicono i ragazzi anche se dopo l' attentato di Brindisi un po’ di paura c’è

Quando il tratto dell’autostrada Palermo-Trapani è esplosa quel 23 maggio 1992, loro non erano ancora nati. Ma oggi, 20 anni dopo l’assassinio del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie e di due agenti di scorta, sono 11 i ragazzi dell’ITC Tosi e del Collegio Rotondi che si stanno recando in Sicilia per le commemorazioni ufficiali che avverranno nel capoluogo. Per questo anniversario si uniranno a migliaia di studenti provenienti da tutta Italia oltre che ai massimi vertici dello stato. Si sono imbarcati oggi, martedì, sulla “Nave della Legalità” in partenza da Civitavecchia con il Ministro dell’istruzione Francesco Profumo e il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso, navigheranno tutta la notte e nella mattina di domani arriveranno a Palermo. Lì una fitta agenda di eventi porterà alcuni di loro nell’aula bunker del tribunale dove incontreranno il presidente Napolitano per poi recarsi recarsi tutti insieme da via D’Amelio fino all’albero della legalità davanti alla casa di Falcone dove alle 17.56 verrà ricordato con un minuto di silenzio il boato che esattamente 20 anni prima rendeva evidente a tutti la guerra tra Stato e Mafia.

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Ma entrare nella ristretta cerchia della delegazione dell’ITC non è stato facile al punto che alcuni di loro hanno anche dovuto superare un test e «appena lo abbiamo sostenuto eravamo già emozionatissime», commenta Fabiana Pastore. Lei ha pensato molto a questo appuntamento e ha preparato una maglietta che indosserà domani. “Per non uccidere il futuro bisogna far rivivere il passato” ha scritto con un pennarello sulla sua t-shirt perchè «la mafia si vede tutti i giorni, si sa che c’è, che si è radicata e proprio per questo siamo noi che dobbiamo fare la differenza». Sopratutto dopo i fatti di Brindisi. Ancora non si sa chi abbia ucciso Melissa ma «dobbiamo reagire e far vedere che siamo vigili». Non nega che «ovviamente un po’ di paura c’è» ma che «stando a casa, in disparte, ne avrei avuta ancor di più». E quindi anche lei scenderà per le strade di Palermo, protetta dalle parole scritte sulla sua maglietta.

Quello a cui questi studenti stanno partecipando è «un evento importante prima di tutto perchè si ricordano persone cadute per il nostro Paese -ragiona Giovanni Morandi, studente di terza– ma lo è ancora di più perchè se il rinnovamento non parte da noi giovani non si può combattere la criminalità». Giovanni questa criminalità l’ha conosciuta fin da bambino quando il nonno «mi raccontava di essere stato sequestrato dalla ‘ndrangheta». E anche se oggi di sequestri non ce ne sono più, forse è anche grazie a quei racconti che si è convinto del fatto che «siamo noi giovani la scintilla per infiammare tutto».  “La lotta alla mafia dev’essere innanzi tutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà” diceva Paolo Borsellino e questi ragazzi sono la prova che quella bellezza non è impossibile da raggiungere.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Maggio 2012
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