Un incontro per conoscere il mercato del Brasile

Si è svolto a Gallarate un approfondimento in preparazione della missione che l’Unione Industriali terrà a metà a ottobre nell’ambito del “Progetto Internazionalizzazione” dedicato alle Pmi

Favorire la conoscenza del mercato brasiliano, e delle sue specificità tecnico-burocratiche ed amministrative, a quelle imprese che desiderano sbarcare per la prima vola nel Paese con i propri prodotti. Fornire una “cassetta degli attrezzi” con strumenti concreti e operativi utili a supportare quelle aziende che sul Brasile si sono già affacciate e che sul quale ora intendono radicarsi con mani e piedi. Questi gli scopi del ciclo di workshop “Pomeriggi verde-oro” partiti oggi nella sede di Gallarate dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Incontri che hanno lo scopo di preparare le imprese alla missione prevista in Brasile per ottobre, quando l’Unione Industriali accompagnerà alcune Pmi del territorio alla scoperta delle opportunità di business che offre lo Stato dell’America Latina. Con una formula del tutto nuova: pochi momenti ufficiali, ma tanti incontri con operatori del Paese e, soprattutto, visite in quelle imprese varesine che già da tempo presidiano il mercato brasiliano, i cui imprenditori faranno da tutor ai colleghi meno esperti. “Insieme per crescere nel mondo”, come recitava il titolo dell’Assemblea Generale 2012 dell’Unione Industriali. Un intero territorio che si muove alla scoperta di nuove opportunità oltre confine. “A ottobre – ha spiegato il Coordinatore delle Aree Economiche dell’Unione Industriali, Marco De Battista – la missione in Brasile porterà gli imprenditori a confrontarsi con il mercato Brasiliano e ad ascoltare la voce di altri nostri imprenditori che già vi operano. Supportare la crescita all’estero delle Pmi varesine è il nostro scopo ed in tal senso intendiamo operare dando vita anche a momenti di incontro in loco con potenziali clienti, distributori e agenti, sulla base delle richieste che ci arriveranno dalle stesse imprese”.
Da qui parte quel Progetto Internazionalizzazione rilanciato dal Presidente Giovanni Brugnoli durante l’Assemblea Generale tenutasi a MalpensaFiere. Di cui il Brasile rappresenta solo la prima tappa a cui seguiranno la Cina, l’India, la Russia e la Turchia.
Terreni non vergini, ma dall’alto potenziale di crescita. Come dimostrano le stesse statistiche sul Brasile. Mercato in cui le esportazioni varesine, nel 2011, sono ammontate a 177,6 milioni di euro, il 4% dell’export italiano nel Paese, il 12% di quello lombardo. Quote che l’industria locale può migliorare. Il tasso di crescita, rispetto al 2010, infatti è stato del 14,6%. Un incremento consistente, a due cifre. Ma comunque più basso del +23,6% messo a segno dal sistema produttivo lombardo e del +23,4% registrato a livello nazionale.
Cosa esporta Varese in Brasile? A farla da padrone sono i comparti della meccanica. Soprattutto quello dei mezzi di trasporto (di 63,3 milioni di euro l’export nel 2011), dei macchinari (42,5 milioni), dei metalli (22 milioni).
Tutte produzione per le quali, anche nei prossimi anni, le opportunità di crescita in Brasile non mancheranno “Parliamo di un mercato che è al settimo posto al mondo per consumi – ha spiegato agli imprenditori varesini Giancarlo Lamio, Vice Direttore Ufficio ICE di Milano – e il cui Pil crescerà nei prossimi anni ad un ritmo del 5,5%. Vantaggi a cui bisogna aggiungere il più moderno ed avanzato sistema bancario al mondo e la più diversificata base industriale dell’America Latina”.
Inoltre, sono in vista i grandi eventi che il Paese ospiterà nel prossimo futuro che richiederanno non poche commesse. Tra cui i mondiali di calcio del 2014 e le olimpiadi nel 2016.
Questi i vantaggi, a cui le imprese devono saper soppesare i gap competitivi brasiliani. Tra cui, ha spiegato Gianni Loreti, Vice Direttore Ufficio ICE di San Paolo, collegato in videoconferenza dal Brasile, “il sistema fiscale complesso, elevati costi logistici e burocratrici, elevato costo del lavoro e indicizzazione dei salari”. Come dire: in Brasile non si va certo per delocalizzare, ma per presidiare.
Sempre in collegamento, Marco Curatella, Partner KPMG Sao Paulo, ha precisato: “Esistono degli incentivi fiscali per investimenti in specifici settori e in determinate aree. Con diversi vantaggi competitivi tra Stati e Stati che compongono il sistema federale brasiliano”. Decidere di investire in Brasile non basta. Troppo vago. Bisogna ponderare bene anche il dove.
Un’azienda varesina presente sul mercato brasiliano è la ADR Spa di Uboldo, produttrice di assali per rimorchi agricoli, per l’edilizia, per trasporti speciali e produzione di cerchi per ruota, rappresentata al workshop di Gallarate dal Presidente Flavio Raddrizzani. La cui esperienza è partita da un dato: il 40% delle imprese estere in Brasile che chiudono, lo fanno non per mancanza di domanda, ma per incapacità di gestire gli aspetti fiscali e doganali. Prima studiare la giusta strategia, poi agire, dunque: “Il nostro gruppo ha un migliaio di addetti in tutto il mondo e un sito produttivo in Brasile. Perché abbiamo deciso di andare lì? Perché la nostra produzione è destinata soprattutto all’industria di macchine agricole e il Brasile è il secondo produttore agricolo mondiale”. Individuato il business, occorreva, però, poi agire sul piano pratico: “Dopo i primi passi iniziati dal 2005, nel 2009 abbiamo deciso di impostare un’importante politica di investimenti nel Paese. Vediamo nel Brasile un mercato difficile, dalla burocrazia complicatissima, ma ci sono buone opportunità. E oggi stiamo già iniziando a mettere in piedi un secondo sito produttivo”.

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Pubblicato il 30 Maggio 2012
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