Bicchieri e piatti di plastica nella differenziata? “Si risparmia!”
A un mese dall'introduzione di questa novità, Legambiente fa due conti: «Per una città come Varese si risparmierebbero 80.000 euro all'anno»
Piatti e bicchieri di plastica vanno nel sacco della plastica. L’affermazione potrebbe sembrare ovvia ma non è stato così fino al primo maggio di quest’anno. Solo grazie all’accordo tra il Corepla (il Consorzio nazionale per il riciclaggio ed il recupero di rifiuti di imballaggi di plastica) e l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) è infatti ora possibile differenziare quello che prima doveva essere gettato nell’indifferenziato.
Con l’eccezione delle posate di plastica, che rimangono ancora fuori dall’accordo.
Il coordinamento provinciale dei circoli di Legambiente esprime soddisfazione per la novità e, a distanza di un mese dall’introduzione, rilancia la notizia inviando una lettera a tutti i Comuni e alle Aziende di gestione rifiuti della provincia. Lo scopo è sensibilizzarli perché attivino un’efficace comunicazione verso i cittadini.
«Introdurre nel riciclaggio e recupero della plastica piatti e bicchieri monouso – scrive nella sua lettera l’associazione ambientalista – diviene importante e vantaggioso per tre ragioni: incrementare la raccolta differenziata di circa 1,4 punti percentuali; includere nel sacco della plastica prodotti che da sempre intuitivamente sono destinati ad esso; diminuire la frazione indifferenziata residua».
Secondo Legambient i numeri sono pronti a dimostrarlo. Secondo l’Osservatorio dei rifiuti della Provincia di Varese i piatti ed i bicchieri monouso sintetici corrispondono circa ad un 0,7% dei rifiuti solidi urbani, ovvero 3,4 kg per abitante all’anno. Ed il conferimento a Corepla di tale quantitativo (che viene sottratto al sacco secco residuo) porterebbe ad un risparmio per Enti locali di una cifra che si aggira intorno a 1€ /abitante annuo.
«Per una città come Varese – spiega Dino De Simone, presidente del Cigno Verde locale – si risparmierebbero 80.000 euro all’anno. In un momento così economicamente difficile per tutti, è un’ottima notizia. E’ questa la green economy che vogliamo: capace di migliorare le condizioni delle comunità e produrre effetti benefici per l’ambiente».
Unico vincolo sollecitato dal Corepla è che i suddetti piatti e bicchieri vengano smaltiti in condizioni di buona o discreta pulizia: la presenza di altri scarti infatti renderebbe difficilmente riciclabili i prodotti.
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