Fornace, tra negozi chiusi e cantiere abbandonato

Nel “compendio immobiliare” mai definito ufficialmente come “centro commerciale”, nella galleria di negozi ci sono aperti 18 esercizi su 38. Abbandonato da anni al degrado il cantiere del secondo lotto

A tre anni dall’apertura il "compendio immobiliare" della Fornace torna a far discutere. Il complesso è per metà non ancora completato, mentre molti dei piccoli negozi che dovevano far vivere il blocco che si affaccia sulla Varesina non hanno mai aperto i battenti. Dei 38 spazi disponibili, tra piano terra e la galleria del primo piano, sono aperti solo 14 esercizi commerciali, compresi quelli che si occupano di ristorazione. Alcuni di questi hanno anche problemi a pagare affitto e spese condominiali. Ma non solo: il blocco che dovrebbe ospitare un albergo e un centro alimentare è ancora fermo, il cantiere è chiuso e abbandonato, con la struttura lasciata a riempirsi di erbacce, graffiti e sporcizia.

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Negozi chiusi alla Fornace 4 di 10

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I negozi
Ma andiamo con ordine. Nel 2009 c’è stata l’apertura del centro della Fornace così come approvato dall’allora amministrazione Candiani. Non è mai definito ufficialmente come “centro commerciale” perchè di fatto i parcheggi interni sono pubblici e si affacciano sulla neonata via pubblica della “Fornace Cortellezzi”. Il "compendio immobiliare" (così come definito anche dai cartelli stradali) si divide quindi in più negozi con diversi ingressi separati. Quelli al piano terra hanno sempre un buon movimento di visitatori, ed anche il cinema multisala all’ultimo piano ha un buon afflusso di persone.
Chi soffre sono i piccoli negozianti del primo piano (vedi galleria fotografica): «Non ce la facciamo a pagare l’affitto, i passanti giornalieri si contano sulle dita di una mano – raccontano dal negozio di intimo EmmeKappa -. Ci fanno pagare spese condominiali per 1.500 euro ogni tre mesi, che si aggiungono ai 24mila annui di affitto per 67 metri quadri di negozio. Ci hanno dato lo sfratto un anno fa perchè non paghiamo, ma come sarebbe possibile?»
A questi commercianti viene da ribattere che hanno un contratto: «Certo – rispondono -, ma quando abbiamo firmato non doveva esserci questa desolazione: ci hanno venduto tutto come se fosse un unico centro commerciale, poi i negozi non aprono, il blocco di fronte non è mai stato terminato, non c’è un collegamento con il piano terra o con il cinema sopra. Ci sentiamo truffati. Per passare dal nostro negozio la gente deve venire apposta. E guardi, in questa ala ci siamo solo noi. Non paghiamo l’affitto perchè non ce la facciamo; inoltre non abbiamo un interlocutore, ci sentiamo truffati e ne sta rispondendo il nostro avvocato».

La risposta
Negozio Emmekappa a parte rimane il fatto che molti esercizi commerciali hanno chiuso, oppure altri non sono mai stati aperti. La Fdg Consulting Italia si occupa di gestire i servizi della struttura (spese condominiali, pulizia, sicurezza, etc) e mantiene i rapporti con la proprietà: «La Fornace prima era di un fondo immobiliare chiamato Scrovegni, oggi andato in liquidazione e che ha confluito tutta la proprietà in una nuova srl chiamata ATT srl – spiega Francesco Testa della Fgd -. Adesso è un momento di passaggio e abbiamo anche noi difficoltà a capire con chi interloquire della proprietà».
Riguardo alle difficoltà dei negozianti e sugli spazi vuoti, Testa spiega che «molti locali sono stati dati in permuta ai costruttori del compendio, qualcuno è fallito. Non li hanno mai utilizzati e noi non possiamo affittarli o venderli – spiega Testa -. Pensi che anche il Comune di Tradate ha uno spazio e non ha mai aperto la farmacia perché mancava il numero di abitanti necessario. Sulle difficoltà economiche, non tutti sono in questa situazione, ci sono realtà che vanno bene, altre che soffrono, soprattutto nella galleria al primo piano. Nessuno si aspettava che la crisi colpisse in questa maniera: gli affitti sottoscritti all’apertura erano idonei al mercato, poi il mondo è cambiato. In qualità di gestore ho sollecitato la proprietà a sottoscrivere uno sconto del 50 per cento sull’affitto ai negozi del primo piano, ma nonostante una disponibilità a livello verbale l’accordo non è mai stato formalizzato».

Il cantiere abbandonato
Altro punto dolente per il compendio immobiliare è il secondo blocco che dovrebbe ospitare un albergo e un centro di media distribuzione alimentare. Il cantiere è fermo da anni, i lavori non sono finiti, i ferri del cemento armato spuntano in ogni parte, l’erba cresce nel cemento, i pilastri sono a metà e le colonne delle scale esterne sono arrugginite, mentre il seminterrato è abbandonato con graffiti e sporcizia ovunque (vedi galleria fotografica).
«Nel 2005 era stato firmato un contratto preliminare con Bennet che è poi scaduto perchè non si è mai ottenuta l’autorizzazione per la vendita su grnadi superfici. Negli anni scorsi è stato poi firmato con la Iper Coop di Torino per far trasferire la Coop di fronte, ma non sono più state portare avanti le pratiche burocratiche per il completamento dei lavori: l’alimentare è un’ancora di richiamo per tutti che può aiutare a riempire quei vuoti che ancora oggi ci sono durante la settimana, il momento in cui il centro soffre di più. Questo perchè nel week-enk i negozi al piano terra e il cinema multisala funzionano molto bene».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Giugno 2012
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