Gruppo Ubi, sull’occupazione posizioni distanti tra le parti
Dopo due giorni di trattative serrate a Bergamo tra azienda e sindacato non c'è ancora accordo
Dopo le assemblee dei lavoratori del Gruppo Ubi Banca e la rottura di ottobre nelle trattative sulle “tensioni occupazionali”, il 21 e 22 novembre è ripreso il confronto con le organizzazioni sindacali. «Nonostante l’atteggiamento aziendale mutato, visto in questi incontri con i vertici aziendali – scrivono in un comunicato Fabi, Dircredito, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Sinfub, Ugl e Uilca – le posizioni delle parti rimangono molto distanti e la tensione per la crisi in corso, ancora tutta palpabile, non lascia tranquilli i dipendenti, che sonoin attesa di nuove e più convincenti risposte da parte del gruppo».
Quindi, dopo un’ampia discussione durata due giorni, l’esito del confronto rimane ancora incerto e l’iter verso un possibile accordo, che possa chiudere con equilibrio ed equità sociale il conflitto sindacale in atto, è in una “fase interlocutoria”.
Le organizzazioni sindacali hanno ribadito all’azienda una serie di posizioni unitarie: no alle giornate di solidarietà obbligatorie e alle deroghe al contratto collettivo nazionale, possibilità di accesso al fondo esuberi di categoria solo con accesso volontario e ultimo, ma non meno importante la concretizzazione dei risparmi annunciati sui compensi dei manager, sulle consulenze esterne, sui benefit aziendali e su altre spese simili e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari,
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