“Mi hanno lasciato solo”. Il sindaco di Azzate si dimette

Dura presa di posizione del primo cittadino, scaricato dalla Lega Nord (presente in consiglio comunale, ma non tra i banchi della maggioranza): "Troppi interessi su urbanistica ed edilizia privata"

Azzate non ha più il sindaco. Il primo cittadino del Comune della Valbossa Giovanni Dell’Acqua si è infatti dimesso dopo giorni di polemiche e un clima fattosi infuocato col passare delle settimane. Dell’Acqua, lasciato solo dalla maggioranza che lo aveva appoggiato nel 2009 (con l’eccezione del solo Bruno Bonafè) ed in particolare scaricato dalla Lega Nord, ha comunicato al quello che restava del consiglio comunale la propria decisione irrevocabile di chiudere l’esperienza amministrativa con largo anticipo.

Inizialmente organizzata in Comune, l’assemblea civica, spostata al centro anziani, più capiente e adeguato alla gran massa di persone intervenute è cominciata alle 20.10 per finire nemmeno mezzora dopo: senza numero legale, con i leghisti defilati in fondo alla sala ad ascoltare le parole del sindaco, è andato in scena l’ultimo atto di una storia con un finale nemmeno troppo a sorpresa. Dopo le dimissioni del vicesindaco Salvatore Leggio (Pdl, con Bonafè degli "Indipendenti" l’unico non leghista dell’amministrazione azzatese), ecco quindi quelle di Giovanni Dell’Acqua, il quale non ha risparmiato stilettate e accuse alla Lega Nord, colpevole principale della caduta della giunta: «Ho subito le pressioni da parte della Lega Nord, che voleva che io restituissi le deleghe a urbanistica e edilizia privata – ha spiegato l’ormai ex sindaco alla platea, sottolineando in vari passaggi gli appetiti e gli interessi che ruotano intorno ai due assessorati chiave -. Da tempo c’era una sorta di malcelata insofferenza verso l’indirizzo amministrativo, l’assessore William Malnati (Lega Nord) tempo fa mi aveva anche suggerito il passaggio della delega urbanistica ad un altro consigliere di maggioranza, per alleggerire – bontà sua – il mio lavoro. Io consideravo quella delega un punto delicato per la trasparenza della mia amministrazione, per cui lasciai cadere la cosa, anche perché si accumulavano altre vicende tra cui quella ben nota del campeggio “Sette Laghi”. Non rimossi dalla mia mente lo strano approccio di Malnati, convinto che ci sarebbero stati altri sviluppi. E infatti, dopo quella richiesta informale, con una lettera datata 17 gennaio, i consiglieri di maggioranza della Lega Nord, in tutto 10 firmatari, esprimevano riserve sulle vicende recenti, denunciando poca comunicabilità su Pgt, campeggio e vicenda dell’immobiliare Castello, con annessa richiesta di rinuncia alle deleghe a urbanistica ed edilizia privata. Ho provato anche a fare una verifica con il segretario provinciale della Lega Nord Matteo Bianchi, ma mi è stato detto di riprovare più avanti. Ho fatto possibile per risolvere la questione della palestra, mentre per quanto riguarda il campeggio era per noi doveroso affrontare questo contenzioso, lasciato nel cassetto da molti sindaci per troppi anni, anche per mettersi al riparo da conseguenze più gravi». Chiari i messaggi lanciati da Dell’Acqua, che ha chiuso il proprio discorso (seguito in silenzio fino alla fine, con qualche urlo e altrettanti mugugni da parte leghista solo al termine) dichiarando «di non voler essere un corifeo di un gruppo diretto da maestri esterni al nostro coro. A questo punto è inderogabile la decisione di rassegnare dimissioni. Noto con amarezza che sono rimasti pochi i politici animati da un impegno disinteressato». 

Laconico il commento di Vincenzina Marchesin, capogruppo della lista di minoranza “Nuovo accordo civico”: «Dovremmo essere contenti, ma non lo siamo perché si apre un momento difficile per il paese, con strascichi polemici e ulteriori divisioni. Lasciano Azzate senza guida». Ora Dell’Acqua dovrà tornare davanti al consiglio comunale per ratificare le dimissioni. Dopodichè dovrà essere nominato un commissario prefettizio e si andrà a nuove elezioni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Gennaio 2013
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