Banca, centro diagnostico e kebab: così cambia via Sacco
Le prossime aperture di negozi nella strada del comune, quelli che hanno chiuso, le incognite del futuro
Lo svuotamento delle vetrine di via Sacco, la centralissima strada dove si affaccia il municipio di Varese, sembra si stia arrestando. La città si trasforma: chiudono i negozi che hanno affitti troppo alti e affrontano settori di mercato che i consumatori hanno temporaneamente abbandonato. Prosperano quelli che hanno dietro o capitali forti, o immobili di proprietà, o imprese carattere familiare e a basso costo di impianto.
Tra pochi giorni aprirà la Banca popolare di Vicenza, che ha preso il posto dell’agenzia immobiliare ad angolo tra le via Sacco stessa e la via Veratti, dove un tempo sorgeva un albergo. Un secondo importante cambiamento è invece in programma al civico 8, dove da qualche mese ha fatto le valigie il negozio di arredamento Carraro.
Lo spazio, molto ambito, sarà occupato da un centro diagnostico che tuttavia, secondo quanto risulta ai commercianti della via, sta attendendo ancora tutte le autorizzazioni per potersi installare in quel luogo. Si tratta di voci raccolte tra gli esercenti, mentre rimangono chiuse le vetrine dell’ex “Angolo di cielo”, lo spazio che era stato utilizzato da Roberto Maroni come info point elettorale.
La strada, un tempo occupata da negozi, cartolerie, dal fotografo e dal tabacchino, si sta trasformando soprattutto sul versante ovest in una zona di commercio alimentare. L’estate scorsa ha aperto un nuovo bar, Globe, che serve soprattutto i dipendenti comunali (il bar interno ha chiuso nel frattempo). Lo storico panettiere negli ultimi anni è stato affiancato da un negozio di kebab, Mezopotamia (uno dei più apprezzati della città, preso d‘assalto dagli studenti) ma anche spizzicherie con specialità regionali del sud Italia e bar.
Ha invece chiuso il negozio di design arredamento di interni “Creo” che, all’angolo con la via Staurenghi, aveva sostituito una paninoteca e si era dedicato a una clientela più sofisticata: è stato costretto a stoppare l’attività per gli affitti alti e la congiuntura di mercato, le titolari probabilmente continueranno attività similari ma senza spazio espositivo.
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