“Franca Rame, la ricordo così”
I ricordi varesini di Franca Rame da parte di chi fa il teatro varesino: l'amica Marina de Juli, il direttore del teatro Apollonio che l'ha ospitata l'anno scorso Filippo de Sanctis, la colega Betty Colombo
I ricordi varesini di Franca Rame cominciano dal silenzio, dalla voce smorzata di Marina de Juli, attrice varesina per molti anni nella compagnia di Dario Fo e Franca Rame. È la sua voce e le poche parole a rappresentare quanto vicina fosse a chi rappresenta il teatro nel nostro territorio la sua poesia e la sua personalità: «Sono a casa loro, stiamo organizzando quel che si deve fare – dice -. D’altra parte quando muore una persona cara con cui hai trascorso molto tempo e vissuto molte cose, francamente non hai molte parole, a caldo».
Franca Rame l’attrice che insieme alla famiglia andava nei teatri della provincia, Franca Rame donna da seguire e con cui rapportarsi nelle grandi battaglie di civiltà, Franca Rame essenza stessa del teatro italiano insieme al suo compagno, Dario Fo. C’è tutto nei ricordi di chi abbiamo interpellato «Mistero Buffo, ospitato dall’Apollonio nella scorsa stagione, è stato uno degli spettacoli fondamentali della vita di questo teatro, anche se ci sono stati personaggi altrettanto importanti – spiega il direttore dell’Apollonio, Filippo De Sanctis – Perchè è stato un momento diverso dagli altri. Nella mia vita e nel mio teatro non ho mai vissuto altre volte l’atmosfera di mistero buffo: c’era una tale serenità e ci si sentiva davvero un’unica persona, mentre eravamo invece oltre 1200». Più una “liturgia” che un normale spettacolo: «C’era una sensazione che si prova solo nei teatri millenari. Se quella sensazone la provi in un teatro come il nostro, vuol dire che in quel caso contano le persone. Del resto, hanno trasformato in teatro fabbriche e palazzetti: quando come attore sei capace di fare questo, allora tu SEI il teatro».
«Franca Rame, con la compagnia della sua famiglia, ha lavorato nel nostro teatrino: me l’hanno segnalato alcune donne di Cazzago – racconta Betty Colombo, con il marito Chicco anima di Arteatro a Cazzago Brabbia -. Loro, attori socialisti, giravano infatti le case del Popolo, che a Cazzago era proprio dove ha sede ora il nostro teatro. Anche in quello di Caldana di Cocquio, quello appena riaperto, era di casa. Io, oltre ad averla sempre ammirata come attrice e come donna, sono stata anche in contatto epistolare con lei: mi aveva mandato del materiale come soccorso rosso quando facevo l’insegnante, per combattere sulle condizioni di vita dei carcerati».
Per Betty Colombo Franca Rame è stata una ispirazione e un modello di poetica: «Lei per me è stata un modello innanzitutto rispetto alle tematiche affrontate, quello dei gesti semplici delle donne. in "Tutta casa, letto e chiesa" racconta della condizione femminile nei piccoli gesti quotidiani che, in un altro modo per carità, è anche la mia poetica, la mia narrazione. Che è poi un punto di vista femminile: gli uomini raccontano i grandi temi, le donne partono dalla vita quotidiana».
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