“Mi diceva: sono l’anticomunista numero 1, tu il numero 2”

Prima il confronto elettorale e le discussioni, poi la stima che si trasforma in amicizia e in alleanza politica. «La stima reciproca nacque nel giorno delle elezioni del 2007, quando Uslenghi fu sconfitto», racconta Angelo Palumbo, il presidente del Consiglio Comunale che è stato anche segretario del PdL e consigliere comunale di lungo corso. 2007, anno della sfida tra la corazzata Lega-Forza Italia e l’orgoglioso borgomastro, deciso a mettersi di traverso: «Dopo la sconfitta, Uslenghi e i ragazzi della sua civica erano in un bar, chi aveva vinto passava strombazzando lì davanti. Solo io e Nicola Poliseno ci presentammo invece da lui: mangiammo un gelato insieme e quel giorno imparammo a stimarci nel profondo». Non che negli anni successivi il carattere acceso e spigoloso di Uslenghi abbia evitato ulteriori scontri e polemiche, va detto: a Cassano queste sembrano all’ordine del giorno, figurarsi con l’ex sindaco che diceva «sì quando va detto sì, no quando va detto no» e che era duro nelle accuse. Però nel tempo quel rapporto con la giovane generazione del PdL cassanese è rimasto, fino all’accordo del 2012, quando con un coup de theatre il "già sindaco" scrisse una lettera attaccando duramente il candidato del centrosinistra Mauro Zaffaroni, dipingendolo come uno «statalista». «Era un anticomunista convinto» ricorda ancora Palumbo, che di toni anticomunisti ha una certa esperienza, li ha impiegati per bene anche nelle ultime tenzoni elettorali. «Mi diceva: ricordati che sarai l’anticomunista numero 2 di Cassano, perché il numero 1 sono io». E alla fine dallo scontro del 2007 è maturato l’accordo che ha visto diventare sindaco di Cassano Nicola Poliseno, che – conclude Palumbo – «è un po’ il suo erede politico»