L’autopsia per chiarire le cause della morte di Laura

Il sostituto procuratore Nadia Calcaterra ha già cambiato il capo d'accusa in omicidio volontario e ha disposto l'esame autoptico. Pegoraro informato della morte della sindaca: "Non volevo ucciderla"

La morte di Laura Prati, il sindaco di Cardano al Campo vittima insieme a Costantino Iametti del folle attentato del 2 luglio per mano dell’ex-agente di Polizia Locale Giuseppe Pegoraro, cambia anche il quadro delle accuse nei confronti dell’autore di quel gesto. Ora l’accusa formalizzata dal sostituto procuratore di Busto Arsizio Nadia Calcaterra è quella di omicidio volontario e tentato omicidio plurimo. Il magistrato ha già disposto l’autopsia sul corpo della povera sindaca, deceduta dopo 20 giorni di lotta tra la vita e la morte in seguito alla formazione di un aneurisma cerebrale che, secondo la Procura, è una conseguenza dell’attentato a colpi di pistola al ventre avvenuto nell’ufficio del Comune di Cardano.

Il conferimento dell’incarico al medico legale Maria Luisa Pennuto avverrà domani mattina (mercoledì) e

nella stessa giornata verrà eseguito l’esame autoptico in modo da poter permettere alla famiglia di disporre i funerali. L’obiettivo è quello di accertare il nesso di causalità tra le ferite conseguite dai colpi di pistola e la malformazione congenita latente della vittima. Al momento è esclusa qualsiasi responsabilità da parte dei medici dell’ospedale di Varese che hanno operato Laura Prati. La notizia della morte del sindaco è giunta anche a Pegoraro che, ancora in isolamento nel carcere di Busto Arsizio, è stato informato dal suo legale Gianluca Fontana: "Quando gli ho detto che Laura Prati non ce l’ha fatta si è messo le mani sulla testa e ha ripetuto di non avere mai avuto l’intenzione di ucciderla – ha detto l’avvocato – si è, però, reso immediatamente conto dell’aggravamento della sua posizione e ha detto di voler continuare a pregare per lei".

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Pubblicato il 23 Luglio 2013

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