Lara Comi porta il caso Ilva al Parlamento Europeo

L'eurodeputata ha presentato un'interrogazione alla Commissione Ue sulla chiusura degli stabilimenti nel nord Italia in seguito ai nuovi sequestri della magistratura

“Non è possibile che 7 stabilimenti ‘sani’ ubicati nel Nord, Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero e Cerveno (Brescia), Annone Brianza (Lecco) e che non hanno problemi di inquinamento ambientale vengano chiusi per l’effetto cascata di decisioni giudiziarie che corrispondono al momento ancora alla logica del sequestro preventivo senza il riferimento ad alcun provvedimento che scaturisca da una condanna definitiva. Vanno salvaguardati l’occupazione, i lavoratori, e un’impresa che è strategica per l’industria italiana e da cui dipende un indotto importante nel nostro Paese e in Europa”. Lo afferma l’eurodeputato del Pdl Lara Comi che sul caso Ilva ha presentato un’interrogazione alla Commissione Ue.

Nel testo si domanda “come la Commissione ritenga che uno Stato possa agire per tutelare l’occupazione, anche temporaneamente, dati i vincoli di finanza pubblica previsti dal Trattato di Maastricht e rafforzati dal Fiscal Compact, e dato l’obiettivo primario di salvaguardare 1400 posti di lavoro in stabilimenti che producono utile e, fisicamente e funzionalmente scollegati da quello incriminato, non presentano le stesse problematiche ambientali. E ancora “come la Commissione pensi si possa riconvertire il capitale umano al momento inutilizzato ma a carico della fiscalità generale, in modo da ridurre l’impatto di questa decisione su dei conti pubblici già seriamente compromessi dalla congiuntura economica”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Settembre 2013
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