Alptransit aumenterà la competitività del territorio

Gabriele Galante a capo del gruppo Imf: «Bisogna ragionare in termini di competizione tra i territori e per farlo ci vogliono informazioni. Il convegno del 28 novembre prossimo serve anche a quello»

«Il pensiero su un’opera si completa quando i progetti si concludono. Fare un convegno internazionale sulle ricadute di Alptransit e del corridoio multimodale Italia-Svizzera serve a tutti perché da questi confronti possono nascere anche suggerimenti nuovi».
Gabriele Galante, patron del gruppo Imf (Impianti macchine per fonderia) di Creva di Luino, fin dagli anni Ottanta ha anticipato la globalizzazione, esportando i suoi prodotti dalla Cina al Brasile, cioè quando Alptransit era solo un concetto relegato nel mondo delle idee. Il primo referendum svizzero sul finanziamento dell’opera risale infatti al 27 settembre 1992. Da allora son passati 21 anni e oggi, che manca solo una manciata di mesi all’apertura del tunnel di base del San Gottardo, Galante è contento di dare il benvenuto alla nuova opera. «Per molto tempo è stato più facile il trasporto da una parte all’altra del goblo piuttosto che qui in zona – dice l’imprenditore – quindi non posso che accogliere con favore tutto ciò che facilita le nostre imprese. Le ricadute di quest’opera non saranno solo commerciali, ma anche sociali e ambientali perché daranno lavoro e soprattutto abbatteranno l’inquinamento, il trasporto su ferro e meno impattante rispetto a quello su gomma».
In un momento di crisi nera per l’industria, una grande infrastruttura potrebbe essere un volano per l’intero sistema territoriale, troppo frammentato e non solo in apparenza. «Bisogna ragionare in termini di competitività dei territori – spiega Galante -. Fare un pezzo in Cina, un pezzo in Repubblica Ceca, un pezzo in Polonia finisce per renderti meno competitivo. Abbiamo lasciato che prima ci portassero via i lavoratori e poi le imprese, mettendo a repentaglio un sistema di subfornitura da sempre fiore all’occhiello dei distretti industriali. E se pensiamo che per ogni lavoratore del manifatturiero ne lavorano almeno tre nei servizi, capite che la perdita è grossa».
Quando si parla di Alptransit c’è un deficit di conoscenza che deve essere colmato. E per un imprenditore, abituato come tutti a vedere la rappresentazione mediatica del Belpaese incancrenita sulla politica, ogni occasione per allargare lo sguardo è ossigeno puro. «Alla gente delle poltrone dei politici non interessa nulla – conclude Galante -. C’è bisogno di avere più informazioni sul sistema paese, sulle infrastrutture e le ricadute economiche. Un convegno su AlpTransit è la strada giusta».

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Pubblicato il 25 Novembre 2013
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