Marcello Girone Daloli racconta marketing e solidarietà
Dal reportage sui cargo nell'Atlantico alle fabbriche di jeans in India, fino al Progetto Diga in Zimbabwe, il potere della comunicazione al servizio di conoscenza e solidarietà
L’8 febbraio, alle 15,30, nella sala consigliare in Piazza della Libertà a Golasecca, Marcello Girone Daloli presenta "Dal marketing alla solidarietà – Il potere della comunicazione: da strumento di propaganda a mezzo di conoscenza e solidarietà". Un percorso attraverso case history e aneddoti poco conosciuti tratti dalla sua esperienza lavorativa di marketing & management negli Stati Uniti con Pepsi Cola, televisiva in Italia e Spagna, passando per la fabbrica di jeans in India, fino sino al Progetto Diga – Emergenza Zimbabwe, di cui è promotore, che illustrerà con il supporto di proiezioni fotografiche.
Marcello Girone Daloli presenterà due diversi libri, come "case history" di comunicazione no profito: "Indian Jeans", diario della sua esperienza nella fabbrica di jeans a Bangalore e "Atlantico in cargo", diario della sua esperienza su un cargo da Liverpool a New York.
Quanto al Progetto diga – Emergenza Zimbabwe, nasce da Marcello Girone Daloli che, tornato da un’esperienza presso l’ospedale di St. Albert nel nord dello Zimbabwe ha deciso di adoperarsi per dare acqua a migliaia di persone. Nell’arco di 6 anni, grazie a un gruppo di volontari che lavorano gratuitamente, in diverse regioni del nord Italia si sono raccolti i fondi per terminare una diga, portare un chilometro di tubature fino all’ospedale, montare due impianti di potabilizzazione (realizzati in Italia e spediti dall’ONU attraverso il ministero degli affari esteri) che oggi garantiscono acqua potabile per oltre 10.000 persone e irrigare 4 ettari di campi. Spesi: 158.000 euro – incredibile ma vero! – raccolti grazie a tante piccole iniziative e con il passaparola. Con questi soldi si è solo comprato il materiale. La manodopera è stata messa dalla popolazione. Non sono stati mandati soldi in loco. Anche gli ingegneri e i tecnici che vanno in loco sono volontari. Ogni movimento sul conto corrente dedicato è reso trasparente. Ora il progetto punta a mantenere le infrastrutture realizzate e continuare a portare avanti quello che solo sei anni fa sembrava impossibile: dare da bere e da mangiare a chi non ne ha per sopravvivere.
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